Reputazione di DOP IGP: i prodotti tutelati generano il 23% a valore dell’export italiano di f&b. La frammentazione delle filiere frena tuttora, però, lo sviluppo di quest’area, a vantaggio dei paesi competitor.
Tengono alta in giro per il mondo la reputazione della produzione industriale nazionale del food & beverage, contribuiscono alla costruzione e al consolidamento del suo valore, ne sostengono e motivano il posizionamento di prezzo. Tanto all’interno dell’agroalimentare italiano, quanto in quello francese e nello spagnolo, le specialità DOP IGP si sono conquistate uno spazio ben definito e di speciale visibilità: non solo nei mercati domestici, ma anche in quelli oltreconfine. E svolgono quindi, ormai, una funzione centrale e insostituibile nel caratterizzare la varietà, la qualità, l’attrattività e la credibilità dell’offerta produttiva di un Paese.
Le competenze necessarie nella selezione delle materie prime utilizzate, le tecniche di lavorazione, la rete dei rapporti e dei legami con il territorio, la costante manutenzione delle filiere strutturatesi nel tempo si vanno affermando anche come un patrimonio di risorse `intangibili` da capitalizzare, perché indispensabili per il buon funzionamento dei sistemi produttivi delle DOP e delle IGP e per la loro valorizzazione nei mercati globali. Con 876 DOP IGP e STG, il sistema italiano delle indicazioni geografiche è il più consistente nell`Ue, che vanta 3.358 Ig in totale: come attesta un report di Fondazione Qualivita, l`Italia è seguita a distanza da Francia (75o Ig complessive), Spagna (361 Ig), Grecia (275 Ig) e Portogallo (191 Ig). E, con un fatturato annuo di oltre so miliardi di euro, le vendite estere di prodotti Dop e Igp rappresentano ormai circa il 25% di tutto l`export alimentare nazionale (fonte: Nomisma).
L`Italian food & beverage system può contare, insomma, su risorse intangibili tra le più importanti a livello globale: va con- I big 5 dell`industria F&B europea Francia Germania Italia Regno Unito Spagna, considerato quindi anche come una riserva patrimoniale indiscutibile per valorizzare le Pmi attive nei circuiti dei prodotti DOP e IGP, per facilitarne l`accesso al credito e per realizzare progetti internazionali che consentano di crescere e di esportare su tutti i mercati. Su questa visione evolutiva del sistema produttivo nazionale s`è incentrato il convegno “Il made in Italy agroalimentare e le indicazioni geografiche. Le strategie per spingere la crescita“, coordinato lo scorso 1° settembre al Cibus a Parma da Paolo De Castro, Eurodeputato e Professore ordinario di Economia e politica agraria all`Università di Bologna nonché ex Ministro delle Politiche Agricole nei Governi D`Alema e Prodi. All`interno dell’industria alimentare dell’Unione Europea – la più rilevante ed evoluta nel panorama mondiale, con 1.260 miliardi di euro di fatturato nel 2019, a fronte dei 1.054 miliardi della Cina e degli 807 degli Stati Uniti – l`Italia si colloca saldamente al terzo posto, con 145 miliardi di euro, ampiamente dietro Francia (219 miliardi di euro) e Germania (218 miliardi), ma nettamente davanti al Regno Unito (con 123 miliardi: ante Brexit, però) e Spagna (121 miliardi). Dal 200o in avanti, la propensione all`export delle imprese italiane del food & beverage è andata accelerando di anno in anno (…)
Fonte: Food