La più grande azienda italiana del settore dolciario lancia nuovi prodotti, collaborando con i Consorzi di tutela
La Ferrero sceglie produzioni DOP IGP italiane per nuove proposte dolciarie sempre più accattivanti che strizzano l’occhio al consumatore attraverso la presenza nelle merendine di due produzioni ortofrutticole certificate come il Limone di Siracusa IGP e la Pesca e Nettarina di Romagna IGP. La Ferrero, il colosso italiano dei dolciumi, multinazionale ancora molto legata al territorio italiano, nasce ad Alba (Cuneo) negli anni quaranta del Novecento, dalla trasformazione di una pasticceria in fabbrica. Qui si avvia una produzione che a partire dagli anni del dopoguerra si amplia e si allarga, successivamente ospitata da nuovi stabilimenti e sedi operative in Italia e all’estero. Attiva nel settore dolciario, ha inventato e commercializza prodotti famosi in tutto il mondo come Nutella, Rocher, Pocket Coffee, i prodotti Kinder, Estathé e Tic Tac. Il Gruppo Ferrero, rimasto a conduzione familiare e gestito oggi dalla terza generazione, è oggi presente in 55 Paesi, con prodotti venduti in oltre 170 mercati e possiede 23 stabilimenti produttivi nei 5 continenti. Nel 2015 ancora un cambiamento con le acquisizioni di Oltan (ora Ferrero Findik), che in Turchia è operatore leader nel mercato della fornitura, lavorazione e vendita di nocciole, e di Thorntons, storica azienda dolciaria britannica specializzata in prodotti a base di cioccolato. Ma il Gruppo non perde il forte legame con l’Italia, e l’iniziativa che promuove la presenza del Limone di Siracusa IGP in un nuovo prodotto dolciario ne è l’esempio.
Nel 2017 Ferrero lancia due nuovi prodotti utilizzando Indicazioni Geografiche fra gli ingredienti Nell’aprile 2017 viene immesso sul mercato italiano Kinder CereAlé, al Limone di Siracusa IGP, una merendina prodotta in edizione limitata nello stabilimento di Balvano, nei pressi di Potenza, uno dei luoghi in cui la multinazionale italiana ha deciso di investire in seguito al terremoto del 1980 in Irpinia. Nel dicembre 2017 il lancio di Kinder brioss con Pesca e Nettarina di Romagna IGP.
Ferrero sempre più vicina all’eccellenza ortofrutticola italiana, sceglie come partner i Consorzi di tutela del Limone di Siracusa IGP e Pesca e Nettarina di Romagna IGP Tutta la bontà degli agrumi di Sicilia per la nuova farcitura di Kinder CereAlé prodotto dell’anno 2017 per la prima colazione, che ha esteso la sua gamma introducendo un nuovo gusto con la farcitura agli agrumi realizzata con i frutti tipici della Sicilia tra cui il Limone di Siracusa IGP, un frutto proveniente solo da limoneti in provincia di Siracusa, di varietà “femminello” coltivato e raccolto secondo tradizione. Per questa operazione Ferrero ha scelto come partner il Consorzio di tutela del Limone di Siracusa IGP, una garanzia di qualità per condividere i valori, la passione e il rispetto della tradizione di una terra ricca di cultura, sapori e profumi come la Sicilia; sempre con l’obiettivo di far scoprire e valorizzare le eccellenze del panorama frutticolo italiano, nasce anche Kinder Brioss con Pesca e Nettarina di Romagna IGP, farcito con il prodotto ortofrutticolo emiliano-romagnolo. Anche per questa operazione il Gruppo Ferrero sceglie come partner il Consorzio di tutela Pesca e Nettarina di Romagna IGP, che promuove con orgoglio l’identità territoriale di un’area geografica così ricca di gusto e tradizione. La collaborazione con Ferrero – commenta Gianluca Agati, direttore Consorzio di tutela Limone di Siracusa IGP – ha definitivamente posto sotto i riflettori dei mercati il prodotto da destinare alla trasformazione, e non più solo quel prodotto fresco sul quale vent’anni fa furono, giustamente, incentrati gli studi preliminari dei tecnici della Regione siciliana per mettere a punto il primo Disciplinare di produzione. La crescente fortuna del Limone di Siracusa IGP nella produzione di caramelle, gelati, prodotti da forno, succhi, bevande analcoliche, birre, conserve e liquori rende definitivamente giustizia a tutti quei frutti impropriamente definiti “scarto” solo per via di piccole imperfezioni estetiche o di lievi graffi sulla buccia, magari dovuti a un soffio di vento. Limoni in tutto e per tutto equivalenti sotto il profilo qualitativo e organolettico ai frutti più “perfetti”, tutti figli delle stesse piante.
L’agroalimentare italiano sa fare sistema e la più grande azienda italiana del settore dolciario, il gruppo Ferrero, si è affiancata al Consorzio di Tutela della Pesca e Nettarina di Romagna IGP in una collaborazione che va a rafforzare un grande patrimonio di storia e tradizione italiano. Il valore del legame prodotto/territorio, fattore chiave del successo del made in Italy, si conferma e rafforza con l’accordo che ha visto protagonisti il Consorzio di tutela e il grande gruppo dolciario e che ha portato sugli scaffali della distribuzione nazionale un prodotto come il Kinder Brioss con Pesca e Nettarina di Romagna IGP. Qualità, unicità e tipicità, sono le caratteristiche che le rendono uno dei prodotti di pregio del settore ortofrutticolo emiliano-romagnolo. Ne parliamo con Paolo Pari, presidente del Consorzio Pesca e Nettarina di Romagna e Paolo Bruni, presidente di CSO Italy, il braccio operativo del Consorzio.
Presidente Paolo Pari come è arrivato il suo Consorzio a questa collaborazione con Ferrero? L’accordo con Ferrero premia un nostro prodotto d’eccellenza proveniente da una terra che detiene il record europeo delle certificazioni DOP IGP, con ben 44 prodotti riconosciuti. La Pesca e la Nettarina di Romagna sono arrivate al riconoscimento per prime in Europa e sono già passati vent’anni. Il percorso di questi vent’anni, in termini di affermazione del prodotto e identità dello stesso, in un mercato dove l’ortofrutta stenta ad uscire dal ruolo di commodities non è stato facile.
Che tipo di lavoro avete fatto per la valorizzazione del prodotto? Abbiamo lavorato molto sull’identità territoriale e sulla percezione di differenza del prodotto IGP rispetto a quello standard e siamo senz’altro riusciti ad affermare il marchio e consolidare la sua notorietà. Più difficile invece l’affermazione commerciale perché inizialmente non c’erano sbocchi soprattutto nella GDO, poi sono nate private label territoriali e poi marchi dei produttori. Personalmente penso che la strada da percorrere sia quella del cobranding come già si sta facendo. Valorizzare il marchio IGP come rafforzativo di marchi aziendali top quality. Penso che questa strada possa effettivamente portare ad una crescita importante dell’IGP.
Il cobranding diventa quindi strategico per lo sviluppo della IG? Direi proprio di sì, e mi sembra confermato anche dal successo, in chiave di comunicazione, dall’accordo con Ferrero per Kinder Brioss. Si tratta di una operazione di cobranding dove ovviamente una grande azienda dell’industria dolciaria ha offerto spazio di valorizzazione a un prodotto fresco che diventa, in quel caso una crema per farcire le merendine.
Questo accordo con Ferrero ha accresciuto la notorietà della denominazione? La diffusione dei Kinder Brioss con Pesca e Nettarina di Romagna IGP è arrivata in tutti i supermercati d’Italia, un’operazione così importante che ha avuto riflessi estremamente positivi sul marchio di origine. Ovviamente non si fanno volumi con questi prodotti, è minima la quantità di mousse che viene utilizzata e non dobbiamo assolutamente considerarla un’operazione che sposta quantitativi importanti di produzione. Sposta però in termini di comunicazione e visibilità del prodotto che è presente tutto l’anno nei supermercati con nome e logo delle nostre pesche.
Paolo Bruni, come presidente di CSO Italy, dal suo punto di vista l’Indicazione Geografica fa davvero la differenza? Oggi siamo orgogliosi due volte, una per essere riusciti a cogliere l’importanza di un progetto come quello che ci ha visti partner di Ferrero e due perché questo dimostra il valore del nostro prodotto e del nostro territorio. Abbiamo un valore straordinario come l’IGP per differenziare la nostra offerta territoriale che dobbiamo sfruttare al meglio, prendendo spunto dall’esperienza con il Gruppo Ferrero. La peschicoltura italiana ha vissuto una drammatica crisi d’identità che possiamo definire crisi di maturità, come spesso accade quando si ottengono grandi risultati per primi e poi arrivano tutti i concorrenti a cercare di erodere le quote. Ricordiamo in particolare come l’Emilia-Romagna si sia specializzata nel tempo nella produzione di nettarine, che hanno rappresentato un’innovazione per il consumatore. Oggi concorre con circa il 30% alla produzione nazionale di nettarine; nel passato questa quota superava il 40%: ora occorre un grandissimo sforzo di riqualificazione e adattamento per essere più competitivi.
Come è la situazione della peschicoltura regionale? Le ultime proiezioni elaborate da CSO Italy vedono una peschicoltura regionale ancora in calo: nel prossimo triennio stimiamo un’ulteriore contrazione del potenziale che potrebbe aggirarsi sul -20% per le pesche e sul -15% per le nettarine; solo le percoche – una particolare qualità di pesche a polpa gialla – sono previste in crescita.
Cosa state facendo per riqualificare l’offerta? Stiamo lavorando molto per riqualificare l’offerta, soprattutto in Emilia Romagna, dove è in atto un forte rinnovamento varietale che porta la nostra peschicoltura più vicina alle esigenze del consumatore. C’è molto da lavorare anche sul piano dell’informazione e della promozione e CSO Italy è lo strumento tecnico oggi in Italia in grado di fornire previsioni di produzione, tendenze e proiezioni della peschicoltura per leggere il mercato.
A cura di Elena Conti
Fonte: Consortium 2018/02