La Pesca di Leonforte IGP si presenta e si racconta attraverso la sua particolare tecnica di coltivazione, l’8 settembre a Roma, presso la sede di AICIG, con il Presidente del Consorzio Pesca di Leonforte IGP Carmelo Salamone e il responsabile del Consorzio Domenico Di Stefano. La tecnica di incartare le pesche con un sacchetto di pergamena quando sono ancora sull’albero, che all’inizio fu adottata come sistema per proteggere il frutto da un inconveniente fitosanitario, oggi è divenuto il tratto distintivo di una produzione unica nel suo genere.
Un’eccellenza nella tutela della biodiversità e dell’identità territoriale, ma anche della sostenibilità ambientale: tre elementi che rendono la Pesca di Leonforte IGP un prodotto unico. Anche perché, la scelta di coltivare questo frutto avvolgendolo in un sacchetto di carta pergamena, è il risultato di una sperimentazione che dall’iniziale intento di proteggerlo dagli insetti in breve tempo si è trasformata in una soluzione ottimale e soprattutto sostenibile. Sia per l’ambiente, perché si elimina alla base l’utilizzo di pesticidi, sia a livello economico perché – proteggendo il frutto dagli agenti atmosferici – permette di salvaguardare il raccolto dalle intemperie del tempo e avere quindi minori perdite “sul campo”.
“Il sacchetto rappresenta per la Pesca di Leonforte IGP un tratto distintivo di qualità, bontà, genuinità e dolcezza – sottolinea il Presidente del Consorzio Carmelo Salamone – il fatto che sia una pratica particolarmente onerosa non rappresenta un deterrente: essa conferisce al frutto un sapore ed un profumo difficilmente riscontrabili in altri prodotti. Tale tecnica infatti, consente la raccolta in prossimità della maturazione ovvero quando i frutti hanno raggiunto un grado di dolcezza elevato e il residuo è praticamente pari a zero. La Pesca di Leonforte IGP comunque non è una sola – specifica il Presidente – ma sono tante antiche varietà locali che maturano da settembre fino a metà novembre. I frutti maturando tardi e nel sacchetto, assumono un colore giallo intenso con leggere striature rosse, profumatissime, con la polpa soda e dolce. La buccia cambia leggermente colore a seconda della varietà e dell’epoca di raccolta”.
“La Pesca di Leonforte IGP – aggiunge l’agronomo e produttore Ludovico Salamone – rappresenta il perfetto binomio tra genotipo e ambiente e consente oggi di praticare un’agricoltura sana. Dove al primo posto vengono messi l’ambiente e il consumatore”. Qualche dato relativo a questa IG: la produzione media annua è di circa 800 tonnellate e di queste poco più della metà è destinata a diventare IGP. “A coltivarla – ha spiegato il responsabile del Consorzio Domenico Di Stefano – sono circa 20 produttori aderenti al Consorzio di Tutela, mentre la distribuzione avviene per il 90% in Italia soprattutto grazie a grandi catene della GDO, ed il restante 10% viene esportato soprattutto in Germania e a Dubai”
Fonte: Consorzio di tutela Pesca di Leonforte IGP