Il progetto «Spumanti Abruzzo DOP» apre a nuovi procedimenti di fermentazione per vini da intenditore. Valorizzare i vitigni autoctoni dell’Abruzzo. E strizzare l’occhio a un mercato, quello delle “bollicine” italiane, che anche in un periodo di generale con trazione dei consumi ha visto raddoppiare il vaio re dell’export negli ultimi cinque anni, fino a raggiungere la quota record di 840 milioni di euro nel 2014. Sono questi gli obiettivi del progetto “Spumanti Abruzzo DOP”, lanciato dal consorzio di secondo grado Codice Citra, che riunisce nove cooperative nel Chietino e circa 3 mila soci vignaioli.
L’iniziativa, presentata ieri a Milano nell’ambito degli eventi abruzzesi “fuori Expo“, prevede infatti che cinque cultivar storicamente utilizzate per la produzione di vini fermi vengano usate per dar vita a vini spumanti. Montepulciano, Passerina, Pecorino, Cococciola e Moritonico, questi i nomi dei vitigni scelti per il progetto in virtù della loro vocazione a dare bollicine di qualità, si preparano quindi alla sfida non solo con i nobili spumanti metodo Classico italiani, ma anche con gli champagne d’oltralpe. L’iniziativa, avviata da Codice Cifra in partnership con l’Università di Teramo e il Centro di ricerca viticola ed enologica d’Abruzzo, prevede infatti una duplice declinazione.
Fonte: Libero