Export negli USA: +50% dal 2019
La rivincita della Mortadella. Un salume tanto storico quanto popolare che in passato ha pagato lo scotto di qualche pecca nella selezione delle materie prime per puntare sulla quantità, ma che negli ultimi anni si è (ri)guadagnato i giusti riconoscimenti, grazie all’attenzione alla qualità e alla riscoperta da parte non solo delle famiglie e dei giovani, ma anche degli chef.
Su tutti Massimo Bottura e il suo “Ricordo di un panino con la Mortadella”. O Bruno Barbieri coni suoi ripetuti richiami alla vera ricetta del ripieno dei tortellini durante le puntate di Masterchef.
Il successo della mortadella ha superato i confini nazionali da tempo, ma ora export e popolarità sono in crescita, al punto che il New York Times gli ha dedicato un lungo articolo, celebrando il suo successo trasversale e la sua versatilità in cucina (con o senza pistacchi, non è questa la sede per aprire l’annoso dibattito).
La crescente passione degli americani per la specialità bolognese è testimoniata dai numeri: l’export in USA è cresciuto di oltre il 50% dal 2019 al 2022, raggiungendo 1.200 tonnellate per un valore di oltre 7 milioni. Ma paradossalmente il nome “Bologna” così legato alla storia di questa specialità – la prima norma sulla sua produzione risale ad un bando dei Farnese del 1661, quando a Bologna regnava lo Stato Pontificio – e che contraddistingue la produzione IGP non sfonda negli USA.
“Lì esportiamo solo 25o kg della nostra Mortadella Bologna IGP – spiegano dal Consorzio di tutela -. Questo perché in America il nome è associato a quello di “Baloney”, un prodotto di bassa qualità. Non ha niente a fare con la nostra Bologna ma l’assonanza linguistica ci danneggia”.
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Fonte: Il Sole 24 Ore