Italia Oggi
La marca privata della distribuzione moderna rappresenta il futuro dell’agricoltura italiana. Ne è convinto Roberto Della Casa, professore ordinario di marketing dei prodotti agroalimentari e di gestione delle imprese agroalimentari dell’università di Bologna, che anticipa a Italia Oggi i punti salienti della ricerca sul ruolo della gdo e dei prodotti a marchio del distributore nello sviluppo dei distretti, delle filiere e dei prodotti Dop Igp. Indagine frutto del monitoraggio delle dinamiche del mondo retail e delle imprese agroalimentari attive in 50 circoscrizioni economiche territoriali, che Della Casa presenterà mercoledì prossimo al convegno inaugurale di Marca, la fiera delle private label in programma a Bologna dal 16 al 17 gennaio. «La crescita per le imprese agricole italiane», afferma Della Casa «potrà essere garantita soltanto dalle vendite alla distribuzione moderna, affiancate da uno sviluppo dell’export, che consenta di sottrarre dal mercato interno eventuali sovrapproduzioni anche minime, del 10%, ma oggi in grado di dimezzare le quotazioni delle derrate agricole. Nell’ultimo decennio, d’altronde, la gdo ha catalizzato quote crescenti di vendite al dettaglio (nei freschi e freschissimi si stima veicoli il 50-60% delle vendite al Sud e al 70-80% al Nord, ndr), sottraendole alla distribuzione tradizionale, che non è prevedibile possa recuperarle in futuro in quanto si sta assottigliando e in alcuni settori, come l’ortofrutta, deprofessionalizzando e quindi puntando su prodotti di bassa qualità e basso prezzo. Ma anche conti ibuendo a un aumento tout court dei consumi».
Il docente evidenza anche che, se nel largo consumo confezionato la quota della marca del distributore s’attesta oggi sul 17% circa, nei freschi e freschissimi questo share arriva a essere anche doppio. Della Casa stima infatti che nell’ortofrutta la marca commerciale rappresenti attualmente circa il 30% del totale del venduto a valore dalla distribuzione moderna nella categoria, con punte del 64% nel caso delle insalate IV gamma. Mentre nei prodotti carnei la private label sarebbe prossima al 50% del venduto della gdo, che veicola il 30% dei volumi complessivi. Alla distribuzione moderna andrebbe insomma riconosciuto il merito d’aver dato un decisivo contributo allo sviluppo d’intere categorie merceologiche. E non è tutto. Il fatto che la gdo abbia portato al successo categorie di prodotti innovative come le insalate di IV gamma e i preparati a base carne ha fatto crescere anche del 20-30% il valore delle materie prime acquistate per realizzarli.
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