Intervista a Fabio Rolfi Assessore Regionale all’Agricolturacon delega all’Assessorato all’alimentazione, cibo e sistemiverdi, istituito per la prima volta in Italia dalla RegioneLombardia
La Lombardia conta 77 prodotti DOP IGP dei comparti Food e Wine ed è la seconda regione italiana con il maggior ritorno economico delle filiere produttive agroalimentari di qualità. Quattro delle prime dieci province italiane per valore economico generato nel comparto food delle DOP sono lombarde. È la terza regione in Italia per numero di prodotti certificati (36) e quinta per numero di operatori (6.569). Il valore della produzione agroalimentare regionale è di 1,5 miliardi di euro, e conferma la Lombardia come seconda regione italiana per valore economico generato con un contributo pari al 21% dell’intero settore nazionale Food DOP IGP.
Ciò è testimoniato dal consistente numero di Denominazioni presenti e da una incidenza delle DOC e DOCG paria circa il 60% della produzione totale di vino regionale (percentuale quasi doppia rispetto a quella nazionale). La Lombardia è terra di grandi vini. I prodotti sono sempre più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Nell’ultimo biennio è stato registrato il record storico di esportazioni. La viticoltura lombarda è sempre stata caratterizzata da una grande diversificazione delle zone produttive, che si distinguono per condizioni climatiche e geografiche: una ricchezza che si estende dai versanti terrazzati della Valtellina, alle aree moreniche dei laghi Garda e Iseo, per raggiungere i colli appenninici dell’Oltrepo Pavese e la pianura padana.
Assessore Rolfi, in che modo la Regione Lombardia sta contribuendo alla promozione delle proprie eccellenze agroalimentari?
Innanzitutto siamo la prima Regione italiana ad aver istituito un assessorato al Cibo, legandolo alla competenza dell’Agricoltura. Abbiamo deciso di puntare in maniera convinta sul ruolo degli agriturismi come ambasciatori dei sapori lombardi. Nel 2019 abbiamo approvato una legge che semplifica la burocrazia e al contempo alza la soglia dei prodotti locali da proporre: 100% vini lombardi e 100% pesce lombardo per arrivare all’80% di prodotti regionali e solo il 20% di prodotti acquistati dalla grande distribuzione. Gli agriturismi sono in forte crescita e la Lombardia è una meta turistica da sfruttare. Il turista cerca sempre di più una esperienza sensoriale e per questo dobbiamo puntare sulla distintivitá della nostra offerta agroalimentare. Nella nostra regione ci sono quasi 1.700 strutture, sempre più multifunzionali e organizzate grazie anche alle risorse messe in campo dalla Regione. Nella promozione internazionale stiamo sostenendo progetti legati alla valorizzazione dell’immagine dei prodotti certificati e la partecipazione a manifestazioni ed eventi mondiali in grado di dare un valore aggiunto alla nostra economia. Penso alle grandi fiere internazionali del cibo e del vino. Siamo alla Sial di Parigi, alla ProWein di Dusseldorf passando per i grandi eventi tematici nelle diverse capitali europee e mondiali organizzati insieme ai Consorzi.
I prodotti lombardi possono vincere senza problemi le sfide legate alla globalizzazione se puntano sulla loro qualità, sulla sicurezza alimentare, sul legame con il territorio, sulla distintivitá e sulla sostenibilità dei cicli produttivi. La Lombardia ha l’agricoltura più green d’Europa. Dobbiamo imparare a raccontare meglio ciò che facciamo senza darlo per scontato: questa è la vera sfida del prossimo futuro.
Recentemente la Regione Lombardia ha aggiornato l’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali. Di cosa si tratta?
Manzo all’olio di Rovato, Salame cotto di Quinzano d’Oglio, Casoncello di Barbariga, Tinca al forno di Clusane. Ma anche Aranciata, bibita al chinotto, limonata. Sono 13 i nuovi PAT – prodotti agroalimentari tradizionali – che abbiamo riconosciuto a fine dicembre con un decreto. La lista dei PAT lombardi comprende 264 prodotti, raggruppati in 11 diverse categorie, le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono consolidate nel tempo da almeno 25 anni e sono praticate in modo omogeneo e secondo regole tradizionali. La Lombardia ha un patrimonio agroalimentare indescrivibile. Vogliamo valorizzare davvero questi prodotti che spesso sono di nicchia ma di alta qualità, rappresentano un territorio e contribuiscono al mantenimento della nostra tradizione contadina e alimentare. Dal panettone di Milano, il re del Natale conosciuto in tutto il mondo, ai formaggi realizzati in frazioni montane da poche decine di persone. Ogni prodotto è la sintesi della storia e della cultura di realtà locali e contribuisce a stimolare l’aggregazione e il senso di appartenenza a un luogo. Abbiamo introdotto per i produttori la facoltà di specificare nell’etichettatura l’appartenenza all’elenco dei prodotti tradizionali di Regione Lombardia. Siamo già in contatto con alcune catene della grande distribuzione. Nei prossimi mesi faremo accordi per realizzare nei supermercati lombardi corner dedicati ai nostri prodotti tipici.
Fonte: Consortium 2020/01