Il Fatto Quotidiano
La cosa da tenere presente è che questa società statunitense sconosciuta ai più ha in mano il futuro del settore vinicolo italiano e sembra intenzionata a distruggerlo.La liberalizzazione di questo tipo di domini è un processo importante quanto pericoloso: l’Icann, per dire, adesso si è messa in testa di vendere i domini.wine e vin al miglior offerente, senza alcuna tutela delle indicazioni geografiche e relativi marchi. In sostanza, chiunque potrebbe acquistare il dominio “chianti.wine” o “champagne.vin”, anche se non ha nulla a che fare col Chianti e la Champagne
e persino con l’Italia o la Francia: qualcuno – dal Nebraska o da Pechino, ad esempio attraverso quel sito potrebbe vendere uno di quei kit per farsi un bel Chianti in casa.