I prodotti DOP e IIGP vanno a braccetto con le marche per conquistare una fetta sempre più consistente del mercato del settore ortofrutta, così l’Insalata di Lusia IGP ha cambiato il proprio disciplinare per arrivare sulle tavole dei consumatori anche imbustata e già lavata. Di questo si è parlato nel convegno “Denominazione di origine e marche: valore aggiunto per il consumatore?” promosso dal Consorzio di Tutela dell’Insalata di Lusia IGP nella sua nuova prestigiosa sede a Lendinara. Nel salone di palazzo Malmignati, villa nobiliare da poco acquistata dal lusiano Denis Travaglini, si è parlato di come sviluppare le giuste sinergie fra prodotti DOP e IGP e marche private per aumentare la capacità di penetrazione di questi prodotti di qualità sui mercati, a vantaggio dei consumatori e dei produttori.
L’incontro si è aperto con le relazioni di Giovanni Gennai di Qualivita, di Elisa Macchi e Paolo Bruni, rispettivamente direttore e presidente di CSO Italy, e di Luigi Polizzi del Ministero delle Politiche Agricole. Dati alla mano, emerge che il Veneto è la seconda regione per numero di prodotti ortofrutticoli a marchio DOP e IGP, ben quindici. Tra queste l’insalata di Lusia, unica lattuga in Europa ad aver ottenuto il riconoscimento dell’Indicazione geografica protetta. «Siamo molto bravi a produrre con grande attenzione per la qualità e il rispetto dell’ambiente, poi però sullo scaffale non riusciamo ad essere così incisivi, perché spesso si va in ordine sparso», ha spiegato il presidente del Consorzio di Tutela dell’Insalata di Lusia IGP Alessandro Braggion nel corso della tavola rotonda. A fargli eco Massimo Tovo presidente del Consorzio di tutela dell’Aglio Bianco Polesano DOP che ha sottolineato come sia perciò fondamentale «aggregare il prodotto, fare massa critica e garantire ai nostri fornitori un’adeguata programmazione». Stringere alleanze con la grande distribuzione potrebbe essere la chiave di volta per stare su un mercato sempre più globale, e in questo senso è emblematico è il caso di Unes, una catena distributiva che opera principalmente in Lombardia. A parlarne nel suo intervento è stato Carmelo Carriero, responsabile degli acquisti freschi di Unes che ha spiegato l’esperienza della loro private label Il Viaggiatore Goloso e dell’alleanza stretta con i radicchi IGP. Anche il direttore del Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Denis Susanna ha portato la sua testimonianza di un prodotto ad indicazione geografica che negli ultimi 5 anni ha saputo triplicare la produzione.
Alla tavola rotonda ha partecipato anche Susanna Vaccarone del Consorzio Italì, costola di Opo Veneto che ha saputo interpretare le nuove tendenze di consumo confezionando la verdura con un imballo compostabile. Si è parlato infine come il consumatore, con sempre meno tempo da dedicare alla cucina, stia apprezzando molto i prodotti di quarta gamma, ovvero quelli lavati e confezionati, pronti da portare intavola. «Per questo il Consorzio Insalata IGP ha modificato il proprio disciplinare per poter produrre quarta gamma, per adattarsi alle nuove tendenze di consumo», ha concluso Braggion.
Fonte: Il Gazzettino