La filiera vitivinicola si schiera contro il vino dealcolato e chiede chiarimenti al ministro Patuanelli.
Si ritorna a parlare del vino analcolico. È di questa settimana la presa di posizione da parte della filiera vitivinicola (rappresentata da Alleanza delle Cooperative italiane, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini), che ha scritto al Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli.
L’obiettivo è quello di avere una posizione irremovibile, nel corso del ciclo di negoziati sulla riforma della Politica Agricola Comune (Pac).
Le organizzazioni del vino, in sostanza, ritengono sia importante mettere in campo ogni azione possibile per assicurare che la futura regolamentazione europea sia in linea con le aspettative del settore vitivinicolo.
In questo senso, la filiera chiede che questi prodotti, pur inquadrati nell’ambito del Regolamento Ocm, siano classificati come nuove categorie e non vengano quindi inseriti nei disciplinari vigenti.
L’obiettivo è segnare una demarcazione più netta tra le nuove categorie e gli altri prodotti vitivinicoli, che consentirebbe peraltro di indirizzare più agevolmente i fondi del Piano Nazionale di Sostegno verso i prodotti non dealcolati.
Tra le richieste è inserita anche una precisazione sul processo di dealcolazione: viene richiesto che l’acqua persa nel corso dell’operazione di eliminazione dell’alcol, dovrà essere reintegrata esclusivamente provvedendo a recuperare la stessa acqua, tramite colonne di condensazione.
«La filiera vitivinicola – si legge nella missiva – esprime poi ferma contrarietà rispetto alla possibilità di utilizzare le categorie dei vini “dealcolati” e “parzialmente dealcolati” per i vini a denominazione di origine protetta e a indicazione geografica protetta: il prodotto che ne deriva non ha i requisiti oggi richiesti ad una DOP o IGP, rischiando di penalizzare queste ultime nella percezione del consumatore. Infine, la filiera ritiene che, pur concordando con la proposta delle istituzioni europee di armonizzare le definizioni dei prodotti a basso tenore alcolico nell’ambito della riforma della Pac e l’esigenza di mantenere queste categorie nell’ambito del Regolamento Ocm, i prodotti totalmente dealcolati avrebbero dovuto contemplare il termine “bevanda” in luogo di vino».
Fonte: Il Corriere di Alba Bra Langhe e Roero