Filippo Paladino, vice presidente del Consorzio tutela DOC Sicilia, quale effetto ha avuto nelle vostre imprese la crisi del COVID-19?
“L’emergenza Coronavirus si è fatta sentire pesantemente. Nei primi quattro mesi abbiamo registrato un calo dell’11%. Rispetto alle perdite nazionali però la DOP Sicilia non ha subito danni di grande entità. Con i suoi distinguo, tuttavia. Le aziende maggiormente colpite sono state nel canale Horeca dove abbiamo avuto perdite del 90% con aziende che hanno avuto diminuzioni enormi. Lì si tocca con mano la crisi. Da quando è iniziato il lockdown non siamo riusciti a mettere sul mercato nemmeno una bottiglia. Fortunatamente nella GDO abbiamo continuato a lavorare e le vendite si sono mantenute per come le avevamo programmate. Al tempo stesso anche il vino sfuso da cooperativa ha avuto un buon trand. Ogni anno lavoriamo circa 700mila quintali di uva e con esso forniamo gli imbottigliatori i quali a loro volta forniscono la GDO. La ripresa insomma dipende molto da come si riattiverà il canale Horeca. Se tutto non ritornerà come prima dell’emergenza COVID-19 dovremo intervenire con soluzioni anche finanziare per far fronte alla crisi”.
Quali saranno le attività o le azioni che il Consorzio pensa di mettere in atto per supportare le imprese nel mercato ed informare i consumatori?
“Sicuramente questa pandemia ci ha dimostrato e ci ha insegnato che per il futuro ogni azienda dovrà lavorare ed operare in tutti i canali di distribuzione. Per questo come Consorzio abbiamo rimodulato tutte le attività cercando di adeguarci alla regole del nuovo mercato come internet e la televisione senza però abbandonare i progetti negli Stati Uniti, Cina, Canada il Nord Europa. Attraverso una operazione di monitoraggio sul web è stato rilevato come il vino siciliano sia particolarmente apprezzato e per questo abbiamo lanciato una serie di promozioni per il susseguirsi delle attività che sono in cantiere. Dobbiamo tenere conto del successo di alcune iniziative come le degustazioni su Instagram oppure le Masterclass di esperti online. Su questo fronte c’è la necessità di mantenere alta l’attenzione, del resto il Consorzio da quando è nato ha sempre utilizzato tutti i canali di mercato disponibili arrivando ad essere la settima realtà mondiale e la seconda in Italia in fatto di eccellenza vitivinicola conosciuta dal consumatore”.
Quali opportunità potranno cogliere le imprese in questo cambiamento?
“Senz’altro le imprese dovranno attrezzarsi per allargare la loro rete di commercializzazione. La pandemia ci ha insegnato che non si può più restare ancorati ad un solo canale perché se esso avrà problemi anche l’azienda ne rimarrà schiacciata. Inoltre servirà dare seguito al successo del 2019 in cui la DOP Sicilia ha visto ben 95milioni delle sue bottiglie in giro per il mondo”.
Quali attività possono organizzare le imprese e il Consorzio per rilanciare il turismo nel territorio?
“Grazie al successo del vino siciliano nel mondo abbiamo avuto un riscontro forte in termini turistici. Per il futuro metteremo in atto alcune iniziative che vanno dai video promozionali per testimoniare la realtà vitivinicola siciliana fino al ritorno a Cantine Aperte che da sempre riscuote consensi da parte degli appassionati. Inoltre abbiamo intenzione di proseguire nella divulgazione del bere responsabile, un messaggio rivolto soprattutto ai giovani che vuole essere anche uno stimolo a visitare i luoghi di produzione e ad imparare a gustare un vino come momento di aggregazione sociale. Infine è nostra intenzione mettere in campo una attività di comunicazione per immaginare la Sicilia sostenibile, una terra che produce vino nel rispetto dell’ambiente, dell’equilibrio sociale, economico, etico e morale. Già il nostro clima ci permettere di produrre uva con pochi trattamenti e questi trattamenti sono tutti biologici. A nostro avviso anche questa sarà una carta vincente per rilanciare il turismo”.
Fonte: Consortium 2020_02