Dop economy: uno scenario con diverse sorprese emerge dal Rapporto Ismea-Qualivita, con crescita per il Sud
Il modello delle DOP e IGP a filiera corta si è dimostrato efficace anche in un momento straordinario come quello della pandemia Covid. Nei lunghi mesi dell’emergenza sanitaria internazionale, il valore della produzione di 16,6 miliardi di euro è rimasto sostanzialmente intatto grazie al lavoro svolto da 200.000 operatori e 286 consorzi di tutela per il settore agroalimentare e vitivinicolo.
Si tratta di un risultato importante, che evidenzia il calo legato alla pandemia nei mercati extra-UE, con un aumento delle esportazioni verso le destinazioni europee. Il valore complessivo è anche il risultato di un andamento diverso per i due settori: l’alimentare con 3,92 miliardi di euro ha registrato un aumento del valore esportato dell’1,6%, il vino con 5,57 miliardi di euro ha registrato un calo del -1,3%.
Cesare Mazzetti, presidente della Fondazione Qualivita, ha dichiarato: “Il sistema italiano delle Indicazioni Geografiche è tra i migliori al mondo, un sistema che ha introdotto il valore della qualità all’estero. Deve essere portato avanti nel segno della sostenibilità economica, sociale e ambientale, difendendolo da situazioni normative negative“.
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Il cibo italiano, un mondo di qualità certificata
Il cibo e il vino in Italia, con un valore di 16,6 miliardi di euro, raccontano territori da millenni e non hanno mai smesso di dare altrettante opportunità di sviluppo.
Sono 200 i dipendenti e 286 i consorzi che tutelano l’enogastronomia in Italia. Questi due settori dell’economia italiana hanno una dimensione sacra a livello sociale e un valore decisivo nel PIL nazionale. Rappresentano infatti 16,6 miliardi di euro in termini di valore della produzione, di cui 7,3 miliardi per il settore alimentare e 9,3 miliardi per quello vitivinicolo, che insieme costituiscono quasi il 20% dell’agroalimentare italiano, secondo l’ultimo Rapporto Ismea – Qualivita sull’economia delle DOP.
L’Italia è il primo Paese al mondo per prodotti certificati, con 841 DOP, IGP, STG sui 3.249 esistenti. I prodotti italiani DOP e IGP sono riconosciuti per il loro valore nel mondo, dando luogo a esportazioni per 9,5 miliardi di euro, che riguardano il 20% dell’export agroalimentare italiano. Si tratta di un risultato importante, perché in Italia esiste un vero e proprio sistema di qualità diffuso su tutto il territorio nazionale, che conta una decina di importanti produzioni certificate che sono protagoniste assolute, ma che permette anche al prodotto più piccolo e caratteristico di emergere, soprattutto a livello internazionale. È infatti un mondo in cui il dinamismo e l’evoluzione possono coinvolgere anche piccoli territori, rilanciando l’economia di un’area anche solo grazie a una pasta, un forno o un prodotto di pasticceria.
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Il Sud Italia ha il maggior potenziale di crescita
Con 306 prodotti per 2,7 miliardi di euro di valore, le DOP e IGP delle otto regioni del Sud Italia generano il 16% del valore totale nazionale
Il Sud Italia è un mondo economico molto giovane, che ha quindi grandi margini di crescita e sviluppo, come sta effettivamente avvenendo negli ultimi anni. Grazie alla forza trainante di Sicilia, Puglia e Campania, si sono registrate le migliori performance del 2020, che hanno dato una crescita annua del 7,5% secondo l’ultimo rapporto Qualivita relativo alla stagione Covid. La stessa Istat ha oggettivamente rilevato che il Sud Italia è protagonista in termini di vivacità imprenditoriale e le sue DOP IGP sono in costante aumento. Anche il numero di occupati nell’industria dei prodotti trasformati è in aumento (tra il 2016 e il 2017 il Mezzogiorno ha registrato un record di + 11,5%). Secondo l’Istat, la crescita costante del Mezzogiorno e delle isole è dovuta all’aumento dei riconoscimenti per i nuovi prodotti, che però devono ancora esprimere pienamente il loro valore. Allo stesso tempo, aumenta anche il numero di produttori, soprattutto nel settore lattiero-caseario in Sardegna e in quello dell’olio e del vino in Puglia e Sicilia.
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Guardare al futuro della qualità della Dop economy italiana
Guardare al futuro della qualità della Dop economy italiana, mentre infuria una guerra, l’inflazione galoppa e le imprese sono preoccupate per la questione energetica, può essere rischioso. Anche in queste situazioni estranee al settore, Mauro Rosati, direttore di Qualivita, data driven, ha provato a ipotizzare le strade da percorrere in mezzo alle incertezze. Nonostante i fattori contingenti, infatti, la maggiore apprensione imprenditoriale riguarda la difesa dall’Italian sounding, un mercato fatto di prodotti che contraffanno le specialità italiane all’estero, rubando 120 miliardi di euro all’originai Made in Italy.
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Fonte: Italian Food Excellence