I dati del rapporto Ismea-Qualivita 2024 portano in testa alla Dop economy italiana sette regioni, tra cui Sardegna, Abruzzo, Lombardia e Campania.
Dopo due anni di crescita per l’economia delle DOP in diciotto regioni su venti, il XXII Rapporto Ismea-Qualivita sull’impatto delle filiere DOP IGP mostra un quadro più diversificato. Su 107 province italiane, 61 registrano un valore più elevato, con il 17% che segna crescite a doppia cifra.
Le quattro regioni del Nord-Est nel complesso mostrano risultati stabili (-0,6% sul 2022) e rappresentano il 54% del settore nazionale DOP IGP con un valore che sfiora gli 11 miliardi €: a frenare è soprattutto il calo dell’Emilia-Romagna (-2,4%), mentre crescono Friuli Venezia Giulia (+1,4%) e Veneto (+0,4%) che, con 4,85 miliardi €, si conferma leader rappresentando quasi un quarto del valore del comparto DOP IGP italiano.
Bene il Nord-Ovest (+1,5%) in cui la Dop economy vale 4,33 miliardi €, trainato in particolare dalla Lombardia, che supera per la prima volta i 2,5 miliardi € e con il +3,3% registra una crescita per il terzo anno consecutivo; frenano il Piemonte (-1,2%), dopo la forte crescita del 2022, e la Liguria (-2,0%), sale invece la Valle d’Aosta (+3,2%).
L’area Sud e Isole, sempre in crescita negli ultimi 5 anni, ha il risultato migliore in termini assoluti (120 milioni € in più del 2022) e relativi (+4,0% su base annua).
A trainare è soprattutto la Sardegna (+19,0%), ma registrano ottimi risultati anche Abruzzo (+10,6%), Campania (+2,9%) e Sicilia (+2,2%); frena la Puglia (-7,5%).
Il Centro ha i risultati peggiori con un calo complessivo del -3,9%, condizionato principalmente dalla Toscana (-5,5%), che rappresenta la gran parte del valore economico dell’area. Unica eccezione positiva il Lazio, in crescita (+8,8%).
Fra le prime venti province per valore, i risultati migliori del 2023 in termini assoluti sono quelli di Brescia (+52 mln €), Treviso (+33 mln €), Vicenza (+31 mln €), Cremona (+24 mln €) e Udine (+20 mln €). In calo soprattutto Modena (-8,6%), Verona (-4,8%), Siena (-4,4%) e Reggio nell’Emilia (-3,4%).
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Fonte: FoodeyBev.com