Gazzetta D’Asti
Il salone della Cassa di Risparmio di Asti a Canelli venerdì scorso era affollato all’inverosimile, segno evidente che l’argomento era di quelli che scottavano. Il perché lo si capisce facilmente, i viticoltori di uva Moscato mal tolleravano la perdita del loro sacrosanto diritto di essere gli unici detentori della docgg, diritto preziosissimo dal punto di vista legale ed economico, quantificabile in oltre 35.000€ ad ettaro. La conferenza ha avuto come tema di svolgimento la sentenza del Tar del Lazio di lunedì 18 febbraio che, accogliendo i ricorsi dell’Associazione Produttori Moscato d’Asti Associati, della Coldiretti, dei Comuni del Moscato e di Muscatellum, ha annullato il decreto ministeriale del 16 maggio 2012 reo di aver inserito i terreni del comune di Asti nella zona docg. Il principio che i viticoltori sono gli unici ed esclusivi detentori della docg e che la proposta di variazioni alla DOCG deve essere avallata da non meno del 51% dei viticoltori i quali devono possedere non meno del 66% dei terreni, è stato ribadito dai legali che hanno portato avanti la lite giudiziaria contro un “anomalo” decreto dell’allora ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro, regalando tout court all’azienda Zonin i diritti per una ventina di ettari di Moscato d’Asti.