Brand è una parola inglese che significa marchio commerciale, indica cioè come l’immagine di una certa azienda viene percepita. Non si tratta quindi semplicemente di un’etichetta, ma di un modo di trasmettere ciò che un prodotto è nelle sue caratteristiche e nella sua tradizione. E su quest’idea che il Consorzio di Tutela dell’Asti ha sviluppato un progetto di promozione del proprio marchio su tutto il territorio. Una vera brandizzazione che si realizzerà collocando sulle rotonde e nelle vigne degli agricoltori delle province di Alessandria, Asti e Cuneo delle paline recanti il simbolo del Consorzio. Un progetto di marketing finanziato dall’ente di tutela per imprimere meglio in loco la presenza del Moscato d’Asti e dell’Asti, nella sua versione dolce e secca.
“Da ormai due anni lavoriamo a questo progetto”, spiega Stefano Ricagno, vicepresidente di parte agricola, crediamo molto nel dare un valore tangibile e una riconoscibilità a territorio e produzione. Bisogna comunicare che questa è la zona dell’Asti e del Moscato d’Asti. Un sistema che la Francia usa già da tempo”. Da una parte, la cartellonistica sarà collocata nelle vigne di aziende, piccole o grandi, dei produttori che ne faranno richiesta tramite un modulo che verrà spedito a tutti i soci. Il Consorzio sosterrà metà della spesa del cartello e l’obiettivo è proprio quello di marchiare le colline con il brand astigiano.
Dall’altra parte, le rotonde, molte delle quali ritenute dai membri del Consorzio poco sfruttate, verranno riempite di strutture in acciaio Corten con i simboli della filiera e scritte che rimandino al Moscato, per comunicarne la qualità sia a turisti che ai consumatori del territorio . Si parla di circa 20/25 rotatorie . Da qualche mese il Consorzio è in contatto con tre comuni e le prime strutture saranno pronte per marzo. “Ma contiamo di terminare per la prossima estate tutte le altre” continua Ricagno, “stiamo continuando a ricevere richieste. Per l’adesione alla cartellonistica in vigna, invece, speriamo di arrivare a 200 o 300 installazioni. Molti si chiedono se servirà a vendere di più. Noi pensiamo di sì, a chi vede il marchio ogni giorno, anche se della zona, magari verrà voglia di comprare una bottiglia in più o di proporlo nei propri locali”. Il progetto è stato anche certificato dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe- Roero e Monferrato, ente gestore del sito Unesco, che ne ha confermato l’importanza per la sensibilizzazione del comparto e la conformità alla preservazione della candidatura.
Fonte: Gazzetta d’Asti