La bolla dei prezzi è gonfiata dalla speculazione. I veri numeri della produzione e delle esportazioni ucraine. I problemi per i Paesi poveri
Il problema del grano dell’Ucraina è diventato uno degli spauracchi della guerra scatenata dai russi. Il Paese è, infatti, il secondo esportatore mondiale di cereali. Attualmente, l`Ucraina produce soprattutto grano tenero destinato all`alimentazione umana e del grano destinato all`alimentazione animale, di minore qualità.
Secondo l`Usda americana (che fa autorità in materia), durante la campagna 2021-22 appena terminata l’Ucraina avrebbe dovuto esportare 62,7 milioni di tonnellate di cerali su una produzione record di 84,8, contro una media di una settantina di tonnellate, ripartita fra mais (una trentina di milioni), grano tenero (18-20), orzo (una decina), di altri cereali.
Prima dell`invasione, l`Ucraina aveva già esportato quasi 24 milioni di tonnellate di grano e quindi ne restano da esportare ancora 5-6 milioni; la quantità di mais da esportare è stimata a una quindicina di tonnellate. Attualmente, vari commentatori parlano di grano ucraino che sta «marcendo» nelle stive delle navi e nei silos.
I dati indicano che le esportazioni di cereali sono state di 300 mila tonnellate (marzo), un milione (aprile), 800 mila in maggio. Quindi i rischi di fame nel modo sono uno spettro più di origine speculativa che di natura fisica, anche se i prezzi dei cereali pagati dagli importatori sono saliti.
Fonte: Il Sole 24 Ore