Secondo il rapporto Bio Bank il mercato interno è più che raddoppiato in 10 anni, le vendite delle catene della grande distribuzione sono triplicate mentre i negozi specializzati sono rimasti fermi. Incremento anche per l`export. Ottima performance per la cosmesi con un più 121,4%.
Tutti pazzi per il bio. E l’entusiasmo diventa mania se il burger di soia e il biscotto di grani antichi si acquistano comodamente al supermercato. O, altra alternativa ancora più irresistibile, se ad essere certificate come bio sono creme, saponi e prodotti di bellezza. Il Rapporto Bio Bank 2020, arrivato alla quattordicesima edizione, fotografa infatti un mercato biologico in crescita soprattutto se legato alla cosmesi e alla grande distribuzione.
«Nel 2020 il totale del mercato bio in Italia ha raggiunto 6,9 miliardi di euro (dati Nomisma per Osservatorio Sana) – spiega Rosa Maria Berlino co-fondatrice e autrice di Bio Bank – e il mercato interno, pari a 4,3 miliardi di euro, è più che raddoppiato in dieci anni (+118%)». La fotografia 2019 di Bio Bank rileva un totale di 3.476 attività in cui è significativo il turnover: oltre 500 attività sono uscite dal censimento e quasi 650 sono le new entry.
Ma eccoci al boom legato alle grandi catene: «È stata soprattutto la gdo a saper generare e intercettare la crescita, con affari per oltre 2 miliardi di euro (+279%). Tutti gli altri canali distributivi, con vendite intorno ai 2,3 miliardi di euro, sono cresciuti del 58%. Negli altri canali sono naturalmente compresi i negozi bio, che hanno mantenuto il volume delle vendite (+3% in dieci anni), ma non sono riusciti a incrementarle in un mercato in crescita. Anche se rappresentano la punta di diamante del settore, soffrono la concorrenza delle grandi catene». Aggiunge Berlino: «I super hanno indubbiamente una politica di marketing che ha spinto le vendite, anche grazie ai prodotti bio a proprio marchio, e che è molto più forte di quella dei negozi specializzati. Hanno sdoganato un pubblico che difficilmente si sarebbe avvicinato a questo settore, aumentando esclusivamente le proprie vendite».
La domanda che molti puristi si pongono è se la qualità ne risente: «Si possono trovare ottimi prodotti biologici anche nei supermercati, nel pieno rispetto degli standard di certificazione. Ma l`assortimento di un supermercato non potrà mai raggiungere quello di un negozio specializzato, dove si trova tutto, anche i prodotti dei pionieri e marchi di altissima qualità, con una lunga storia alle spalle, con un costo più elevato che non tutti sono disposti a spendere».
Fonte: Repubblica – Affari e Finanza