Il Corriere della Sera
Il suo obiettivo è arrivare a una «rivoluzione copernicana» nella lotta alla contraffazione, «perché fino a oggi si è pensato solo a spegnere il fuoco una volta acceso: l’aspetto repressivo, pur importante non è tutto; non si combatte così un fenomeno sistemico» che conta l’1% del Pil nazionale con un giro di affari di 6,9 miliardi. A parlare è Daniela Mainini, 52 anni, avvocato milanese chiamata dal ministro Corrado Passera a presiedere il neonato Consiglio nazionale anticontraffazione (Cnac). Una nomina tecnica, per una professionista che da 25 anni si occupa di tutela della proprietà intellettuale. E che ci tiene a sottolineare come sia importante avere una «visione orizzontale» nella lotta ai falsari, e come l’approccio debba essere soprattutto culturale, perché da noi «c’è una sottostima» del problema, e una «tolleranza assoluta» del fenomeno.