Nei giorni 25 e 26 Novembre 2020, si è tenuta online la IG Conference, sulle Indicazioni Geografiche, organizzata da DG Agri della Commissione Europea insieme a EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale)
Una conferenza di alto livello, che ha puntato i riflettori sulle Indicazioni Geografiche e sulla necessità di rafforzarle. Nel discorso di apertura, infatti, sono stati introdotti i principali impegni da mettere in agenda per il prossimo futuro, quali l’attenzione ad una produzione sostenibile in risposta al Green Deal; sviluppare strategie per aumentare l’attrattiva sui prodotti ad Indicazione Geografica; rinforzare i sistemi di controllo al fine di proteggere la Proprietà Intellettuale delle Indicazioni Geografiche, combattendo le frodi anche grazie ad accordi internazionali; supportare i piccoli produttori di Indicazioni Geografiche per lo sviluppo di questo importante patrimonio culturale; ed inoltre recuperare le relazioni economiche con gli USA con l’avvento della presidenza di Biden. Dati gli eventi che hanno caratterizzato il 2020, sono stati inoltre citati i cambiamenti e le conseguenti opportunità generate dalla pandemia Covid-19, quali l’importanza di sottolineare l’origine, la qualità e la sostenibilità che i prodotti ad Indicazione Geografica offrono al consumatore.
Importante è stata la presentazione della nuova piattaforma GIview come nuovo database pubblico di ricerca, risorsa utile sia per i consumatori che per i produttori. Secondo Wolfgang Burtscher, direttore generale DG Agri, il portale, dedicato a tutte le IG registrate e protette da accordi internazionali, oltre ad offrire visibilità ai prodotti, grazie a dettagli, mappe e foto fornite dai gruppi di produttori, sarà un’opportunità per proteggere maggiormente i prodotti dal rischio di contraffazione. Christian Archambeau, direttore esecutivo EUIPO, ha poi aggiunto che GIview è uno strumento che fornisce trasparenza alle IG, dal punto di vista della protezione della Proprietà Intellettuale, permettendo ai produttori di difendere maggiormente l’origine dei loro prodotti.
È stato inoltre sottolineato che dalla Convenzione di Parigi per la Protezione della Proprietà Industriale del 1883, ad oggi, sono stati conseguiti degli ottimi risultati a livello di protezione della Proprietà Intellettuale. Ma bisogna guardare al futuro, il quale riserva ancora delle sfide e obiettivi da raggiungere. In quest’ottica, secondo Dev Gangjee, professore all’università di Oxford, bisogna focalizzarsi sui concetti di diversità ed equilibrio. Lo scopo è quello indirizzare la diversità, sia nel controllo che negli approcci nazionali dei diversi Paesi, verso un sistema armonico di protezione. Inoltre, c’è bisogno di trovare un equilibrio tra la protezione verso i detentori di prodotti ad Indicazione Geografica e gli altri utenti.
Nel secondo Panel, un concetto chiave affrontato è stato quello del controllo. È stato riscontrato che le vulnerabilità delle Indicazioni Geografiche risiedono nella frode sulle piattaforme di vendita e nell’inaffidabilità delle registrazioni ad Indicazione Geografica di alcune denominazioni nel sistema DNS (Domain Name System). Insieme a questo, un altro focus molto importante è stato il discorso sulla sostenibilità; infatti, in risposta agli obiettivi prefissati dal Green Deal, si denota la necessità di definire degli indicatori precisi per il futuro, che, in realtà, partono da un lavoro già iniziato da parte dei produttori, in quanto le Indicazioni Geografiche sono frutto di una produzione che vuole rispettare l’ambiente, essendo erede della tradizione. Oltre a ciò, la conferenza è stata luogo di discussione sull’adozione di un IP Plan che possa essere attuato verso le produzioni non-agroalimentari. Un altro obbiettivo per il prossimo futuro sarà quello di aumentare l’attrattiva sulle Indicazioni Geografiche, attraverso un lavoro autoritario e sinergico tra i gruppi di produttori, anche grazie all’attuazione di programmi di sviluppo rurale regionale mirati.
Infine, nel discorso legato al controllo sulle IG, nel terzo Panel è stato sottolineato che solo grazie ad un lavoro di cooperazione, in particolare tra l’Unione Europea e le amministrazioni nazionali, sarà possibile ottenere grandi risultati. Inoltre, in seguito al contributo della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nell’interpretazione di alcune misure, è stata identificata la necessità di rendere i concetti più chiari e di facile applicazione. Un’altra importante questione affrontata è stata quella della legittimazione dei gruppi di produttori, i quali, se ben organizzati, possono giocare un ruolo fondamentale nella difesa e protezione dei loro prodotti. Non da ultima, una notevole importanza è stata data alla dimensione globale, nella quale si notano grandi opportunità socio-economiche verso i Paesi Extra-UE, guardando con particolare interesse i Paesi asiatici e africani.
Fonte: Fondazione Qualivita