Battaglia Dazi USA, il Tycoon conferma: 25% ai Paesi vicini e una altro 10% alla Cina dal 4 marzo. I Dazi verso i paesi europei scatteranno il 2 aprile.
Un altro 10% di dazi sui prodotti cinesi da martedì prossimo, che si aggiungerebbe al 10 già scattato questo mese. E sempre da martedì i dazi al 25% su Messico e Canada, che erano stati annunciati e poi sospesi a fronte dei loro impegni su droga e migranti.
La strategia del terrore commerciale di Donald Trump è tornata ieri a rivolgersi contro il grande rivale asiatico e i vicini americani, primi bersagli sulla lista. Nel frattempo però l’Europa e l’Italia fanno i conti con una minaccia a orologeria, tariffe al 25% programmate per il 2 aprile.
Sono conti scritti sulla sabbia, in un turbine di annunci vaghi e contraddittori. Ma fanno tremare i settori più esposti al mercato americano, dalla farmaceutica all’auto, dalla meccanica all’alimentare, e i grandi esportatori come Italia e Germania. Le stime più pessimistiche dicono che una guerra commerciale aperta costerebbe all’economia europea, già stagnante, fino a un punto di Pil. Cioè una recessione.
La risposta europea
Premessa necessaria: Trump va preso sul serio, non alla lettera. E così fanno le Borse globali, che ieri hanno chiuso deboli ma senza crolli. L’ipotesi base è che prima di scatenare un conflitto tariffario, che sarebbero anche i consumatori americani a pagare sotto forma di inflazione, il presidente voglia trattare. È anche l’ipotesi con cui l’Europa prova a tenere i nervi saldi, di fronte all’accusa di «fregare» gli Stati Uniti.
«Non freghiamo nessuno, ma siamo pronti a tutto», ha replicato ieri la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola. La Commissione prepara bastone e carota, ritorsioni e concessioni, cioè acquisti di prodotti americani e qualche limatura ai suoi dazi, in attesa di sedersi al tavolo del negoziato. Trump però vuole arrivarci da una posizione di forza e potrebbe assestare un primo colpo.
Le prime tariffe
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Fonte: La Repubblica