Agricoltura, migliorare la capacità di previsione dei fenomeni meteorologici e rendere più resistenti le varietà di piante: questi gli obiettivi di un progetto avviato in Mozambico. Che interessa anche l’Italia.
A Marracuene, un distretto a nord di Maputo, le rese agricole si stanno impoverendo da anni. I coltivatori di fagioli dall’occhio sono spiazzati da un tempo sempre più irregolare, con piogge imprevedibili e ondate di calore superiori a quanto ricordassero. In tanti conoscono il problema, ribattezzato con un nome in lingua ronga: Kutxintxa ka N’guva, cambiamento del clima.
In pochi sanno che esiste una strategia per arginarlo, i servizi climatici: la raccolta e la trasmissione di informazioni per adattare vari settori economici a shock di temperature oltre la norma, precipitazioni altalenanti ed eventi estremi come i cicloni che si rovesciano sull’Africa australe. Le applicazioni dei climate services vanno dalla produzione energetica alla salvataggio dell’agricoltura di «sussistenza» che tiene in piedi la maggioranza delle economie africane e occupa oltre mezzo miliardo di persone su scala globale.
Ma possono essere importate in sistemi tanto industrializzati quanto vulnerabili alle stesse incognite climatiche che pendono sull’Africa e sul resto del mondo. Non fa eccezione la filiera italiana, incalzata da una siccità che è costata nel solo 2022 danni per 6 miliardi di euro e ha ridotto la raccolta di quasi la metà degli agricoltori attivi nella Penisola. Un esempio arriva proprio dall’Africa australe, una delle regioni più dipendenti dalle rese dei suoi terreni e più indifese per la loro protezione.
In Mozambico l’agricoltura incide su un quarto del Pil e occupa quasi il 70% della popolazione, salendo a picchi di oltre l’8o% fra le lavoratrici. La tenaglia climatica si traduce una ulteriore contrazione delle rese, aumentando i rischi di insicurezza alimentare e tassi di povertà che già assorbono oltre la metà della popolazione. L’adattamento delle colture può fare da argine, rigenerando e rinnovando il processo produttivo.
Fra le iniziative – letteralmente – su campo c’è Focus-Africa, un progetto dell’Unione europea per lo sviluppo di strategie climatiche nell’Africa meridionale. Uno degli otto casi di studio riguarda il Mozambico, in un’iniziativa coordinata dalla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa insieme all’Instituto de Investigao Agraria de Mocambique (Iiam) e Plan international, una Ong britannica. Gli obiettivi del programma sono due: affinare la capacità di descrizione e previsione dei fenomeni meteorologici, generando informazioni che agevolino le scelte degli agricoltori; rinforzare l’adattamento al clima delle varietà di piante disponibili, in accordo alle esigenze espresse dalla stessa filiera.
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Fonte: Il Sole 24 Ore