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In anni segnati dalla crisi e da una crescente sfiducia nelle potenzialità del nostro Paese, il vino non può che riempire d’orgoglio gli italiani. Eh sì, perché nel giro di un ventennio, il comparto vitivinicolo nazionale ha scalato le classifiche e si è imposto nel mondo sia per la qualità delle produzioni sia per i volumi generati. La conferma arriva dalle ultime stime Ismea sulla base dei dati Global Trade Atlas, relative al primo trimestre dell’anno. Tre mesi sotto tono nel mondo per gli scambi internazionali di vino, calati sia in volumi sia in valore rispetto allo stesso periodo del 2013, ma non in Italia, unico mercato tra i grandi del comparto
(gli altri principali Paesi esportatori sono Francia, Spagna, Cile e Australia) ad avere ottenuto un incremento di oltre il 3% degli introiti maturati oltre frontiera. Il settore enologico genera un fatturato annuo di 12 miliardi di euro e dà lavoro a 1,2 miliardi di addetti, con una crescita del 50% nell’ultimo decennio. Le aziende sono 450mila, di cui 384mila con vite e 63mila vinificatrici.