Uno scudo per difendersi è sicuramente qualcosa di indispensabile, purché si abbia la lancia per offendere. Lo scudo sono le DOP e le IGP, ossia i marchi europei che tutelano i prodotti italiani di qualità, la lancia sono i consorzi. E se i primi ci vedono al top della classifica della Ue non altrettanto possiamo dire per il funzionamento reale dei Consorzi che spesso, soprattutto al Sud, restano organismi sulla carta. Ad ogni buon conto il bilancio del rapporto Ismea-Qualivita presentato a Raffaele Borriello, direttore Ismea, Mauro Rosati, direttore generale Qualivita e Luca Bianchi dirigente del ministero Aficoltura e Foreste racconta che si rafforza il primato mondiale dell’Italia per numero di prodotti DOP IGP con 818 Indicazioni Geografiche registrate a livello europeo. Il comparto esprime i risultati più alti di sempre anche sui valori produttivi con 14,8 miliardi di valore alla produzione e 8,4 miliardi di valore all’export.
Dati che testimoniano una crescita del 6% su base annua e un aumento dei consumi nella GDO del 5,6% per le vendite Food a peso fisso e del 1,8% per il vino. Anche il trend degli ultimi 10 anni mostra una crescita continua del sistema DOP IGP che ha così affermato il proprio peso economico nel Paese fino a rappresentare l’11% dell’industria alimentare e 22% dell’export agroalimentare nazionale (nel 2015 era il 21%). Il settore Food, che nel 2016 conta 83.695 operatori ( 5% sul 2015), vale 6,6 miliardi di euro alla produzione e 13,6 miliardi al consumo, con una crescita del 3% sul 2015, con l’export che continua a crescere ( 4,4%) e un trend che nella Grande Distribuzione supera il 5,6% per il secondo anno consecutivo. Il comparto Wine – oltre 3 miliardi di bottiglie – vale 8,2 miliardi di euro alla produzione con una crescita del 7,8% e sfiora i 5 miliardi di valore all’export (su un totale di 5,6 miliardi del settore). Il Sistema delle DOP IGP in Italia garantisce qualità e sicurezza anche attraverso una rete che, alla fine del 2017, conta 264 Consorzi di tutela riconosciuti dal Mipaaf e oltre lOmila interventi annui effettuati dagli Organismi di controllo pubblici.
L’Italia mantiene il primato mondiale nel settore delle produzioni certificate DOP, IGP, STG, con 818 prodotti dei comparti Food e Wine e 4 nuove registrazioni nel corso del 2017. Crescono anche a livello globale le DOP IGP STG con 46 nuovi prodotti nel 2017 di cui 43 in Paesi UE e 3 in Paesi Extra UE. Inoltre, per la prima volta dal 2013, si riscontrano nuove registrazioni anche nel comparto Wine, 7 vini DOP in Paesi europei. Nel 2016 sono cresciute del 5,6% le vendite in valore dei prodotti Food DOP IGP a peso fisso nella Grande Distribuzione nazionale, con un trend più sostenuto di quello totale dell’agroalimentare a peso fisso ( 1,2%). Le analisi territoriali e gli impatti economici per provincia italiana mostrano un comparto, quello delle DOP IGP, che coinvolge capillarmente tutto il Paese. Per quanto l’impatto del sistema risulti concentrato geograficamente – con le prime aree del Nord-Est in cui si trova la maggioranza dei distretti più rilevanti economicamente (58% valore Food, 56% valore Wine), dalla “Food Valley” emiliana al “sistema Prosecco” veneto-friulano – non sono pochi i territori che hanno beneficiato della forte crescita relativa delle proprie filiere di riferimento. Produzioni più piccole, che esprimendo al massimo il proprio potenziale, riescono a trainare il settore agroalimentare di qualità da nord a sud del Paese, esattamente quello di cui c’è bisogno: la ritualità religiosa è quel che serve per rendere irraggiungibile quello che si ottiene dal fuoco di un forno napoletano.
Fonte: Il Mattino