Crescono le startup agritech italiane. Per un’agricoltura sostenibile le nuove tecnologie sono strumenti fondamentali per coniugare le esigenze di agricoltura e sostenibilità climatica, ambientale, sociale e produttiva.
Siccità, alluvioni, eventi climatici estremi: la produzione agricola oggi è fortemente minacciata. Basti pensare che l’agricoltura europea consuma un quarto delle risorse idriche sul territorio. Diventa cruciale trovare soluzioni innovative e sostenibili che possano ridurre l’impatto ambientale, migliorare la produttività agricola, semplificare l’accesso ai finanziamenti necessari e supportare i comportamenti sostenibili dei consumatori.
L’Italia è il terzo mercato per importanza nel settore agribiotech all’interno dell’Unione Europea. Le imprese italiane della filiera agribusiness hanno contribuito all’export di prodotti Made in Italy per un importo superiore ai 64 miliardi di euro nel 2023, pari a circa il 38% dell’intera economia italiana. Le startup agritech italiane sono addirittura in crescita – un dato in controtendenza rispetto al quadro globale – con più di 340 aziende attive che hanno beneficiato di investimenti per circa 167 milioni di euro nel 2023.
L’evoluzione del settore agribusiness su scala internazionale è strettamente legata a sfide globali come le epidemie, l’instabilità geopolitica e i cambiamenti climatici. L’agricoltura europea in particolare si trova ad affrontare una complessa combinazione di esigenze apparentemente poco conciliabili: garantire una produttività sostenibile per rispondere alla crescente domanda di cibo, migliorare la qualità dei prodotti, affrontare le sfide del cambiamento climatico, rendere le proprie filiere più resilienti a shock esogeni quali il conflitto ucraino e navigare un sistema di accesso ai fondi sempre più complesso e burocratico.
L’agricoltura utilizza il 24% delle risorse idriche dell’UE, e i fenomeni climatici estremi come siccità e alluvioni influenzano pesantemente la produzione agricola, rappresentando minacce concrete allo sviluppo del settore. In questo contesto, le nuove tecnologie emergono come strumenti fondamentali per coniugare le esigenze di agricoltura e sostenibilità climatica, ambientale, sociale e produttiva.
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Olivio Romano, l’assistente virtuale intelligente creato per il Consorzio Olio di Roma IGP dalla startup pOsti, ed è un esempio di come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per promuovere prodotti agroalimentari di qualità. L’adozione di assistenti virtuali simili potrebbe portare a un aumento medio del 30% nella consapevolezza dei prodotti tra i consumatori e un incremento stimato del 20% nelle vendite per le filiere che adottano questa tecnologia.
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Fonte: Il Sole 24 Ore