Repubblica Speciale
La scarsa remunerazione è il prezzo pagato alla qualità, minaccia i piccoli produttori, aumenta l’IGP che garantisce dalle truffe.Il Consorzio di Tutela dell’Olio Extravergine Toscano IGP -conta circa 11.300 soci con la qualifica di olivicoltori, molitori, imbottigliatori. Il mercato estero dell’ IGP supera i 20 milioni, mentre il mer cato nazionale si sviluppaper l’80% attraverso il canale della grande distribuzione organizzata – ma cresce anche la vendita online – e assicura un fatturato al consumo di quasi 10 milioni di euro. Il primo problema è la remunerazione della filiera. Il secondo, la contraffazionece le etichette ingannevoli. E così mentre la qualità dell’olio toscano, una delle eccellenze del territorio, marcia verso l’alto, il business soffre.
E con esso il paesaggio toscano. Perché di fronte ad una raccolta non redditizia- soprattutto per i piccoli coltivatori; talvolta hobbisti – aumenta il fenomeno dell’abbandono in albero delle olive, con impoverimento delle, piante e, appunto, del paesaggio toscano. Il dato medio toscano di produttività di olio per pianta risulta molto basso, nettamente al di sotto della media nazionale. E’ un prezzo che si paga alla qualità. L’altra questione è l’etichetta, che talvolta spaccia come ricavato da olive coltivate, raccolte e lavorate in Toscana, un olio che non ha queste caratteristiche.