Patrimonializzare le imprese investendo nelle risorse intangibili racchiuse nelle Indicazioni Geografiche per finanziare le PMI agroalimentari
La crescita economica delle aziende mondiali è oggi legata alle risorse intangibili e questo vale in buona parte anche per le filiere agroalimentari che hanno un ingente “capitale intellettuale” ancora da valorizzare. L’Italia, attraverso il proprio sistema DOP IGP, ha le più importanti risorse intangibili di settore a livello globale e, di conseguenza, il potenziale per valorizzare le PMI agroalimentari, per accedere al credito e per realizzare progetti internazionali che consentano di crescere e di esportare su tutti i mercati. Questa è in sintesi la nuova visione di sviluppo presentata dalla Fondazione Qualivita nell’ambito del convegno “Il made in Italy agroalimentare e le Indicazioni Geografiche” organizzato nell’ambito del Cibus svoltosi i primi di settembre a Parma che ha visto la partecipazione del Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli e dei principali attori dei settori agroalimentare, distribuzione e finanza.
“È ormai chiaro – ha affermato Mauro Rosati, direttore generale della Fondazione Qualivita – che serve patrimonializzare e finanziare la crescita delle PMI agroalimentari italiane per aumentare il potenziale di offerta all’estero dove è forte la richiesta di qualità made in Italy. Il nostro Paese ha una opportunità in più con le Indicazioni Geografiche che, se ben gestite, rappresentano asset intangibili capaci di dare alle imprese valori di mercato molto più elevati di quelli attuali. Fare una fotografia del ‘capitale intellettuale’ generato nelle filiere dai prodotti DOP IGP può servire ad attrarre finanza e partnership di alto livello utili per accelerare la crescita. Nella fase attuale in cui le risorse intangibili sono il grande serbatoio di valore delle economie globalizzate, l’alimentare italiano con il suo know-how, le certificazioni, gli usi tradizionali di produzione, può accrescere la propria dimensione e trovare un posizionamento internazionale più forte, oggi appannaggio solo delle grandi multinazionali”.
Come emerge dalle indagini di Brand Finance Gift 2019 e S&P 500, le risorse intangibili delle imprese hanno ormai assunto un ruolo preponderante nell’economia mondiale, rappresentando il 90% degli asset e minimizzando il valore di quelli tangibili. A partire dagli anni ’70, quando le aziende avevano un valore di mercato pari a quello di libro, i criteri di valutazione delle grandi imprese si sono evoluti e concentrati sui valori intangibili: marchi, brevetti, capitale relazionale, capitale sociale, fiducia dei consumatori, ecc. E così i grandi marchi come Apple e Microsoft hanno raggiunto patrimonializzazioni da capogiro.
In questo scenario, le IG italiane come Parmigiano Reggiano DOP, Grana Padano DOP, Prosciutto di Parma DOP, Gorgonzola DOP hanno il potenziale per essere, nell’agroalimentare, quello che Apple e Microsoft rappresentano a livello globale nell’immaginario comune. Un potenziale che fonda le sue basi su elementi inerenti proprietà intellettuale, capitale organizzativo, risorse umane e capitale relazionale sviluppato negli anni dalle DOP IGP italiane attraverso una corretta gestione dei Consorzi di tutela e delle imprese consorziate. Ecco così che il valore di mercato delle PMI agroalimentari italiane è generato in buona parte da risorse intangibili “di origine” che ogni Indicazione Geografica porta con sé e che, se ben sviluppato, può essere un traino per ogni singola impresa della filiera.
A cura della Redazione
Fonte: Consortium 2021_03