Indicazioni geografiche e valore, a proposito di misurazione, ma quanto rendono? Il Rapporto Ismea-Qualivita 2020 sulle produzioni agroalimentari DOP e IGP ci dice che il valore complessivo della produzione certificata DOP e IGP è di 16,9 miliardi di euro, +4,2% rispetto all’anno precedente. Bene, come si dice in gergo: il settore mostra un trend di crescita. Inoltre, questo comparto contribuisce al 19% del fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale.
Questa è la classifica dei prodotti: 1°)posto Grana Padano DOP 20% dell’intero comparto, a seguire pari merito 2°)Parmigiano Reggiano DOP 20%; 3°)Prosciutto di Parma DOP 9%; 4°)Mozzarella di Bufala Campana DOP 6%; 5°)Aceto Balsamico di Modena IGP 5%; 6°)Gorgonzola DOP 5%; 7°)Prosciutto San Daniele DOP 4%; 8°)Mortadella di Bologna IGP 4%; 9°)Pasta di Gragnano IGP 3%; 10°)Bresaola della Valtellina IGP 3%.
Di seguito il vino. 1°)Prosecco DOP 20%; 2°)delle Venezie IGP 5%; 3°)Conegliano Valdobbiadene – Prosecco DOP 5%; 4°Asti DOP 3%; 5°)Amarone della Valpolicella DOP 3%; 6°)Chianti DOP 3%; 7°)Valpolicella Ripasso DOP 3%; 8°)Alto Adige DOP 2%; 9)Brunello di Montalcino DOP 2%; 10°)Barolo DOP 2%.
Quindi, circa 16,9 miliardi, divisi in 7,7 miliardi di Food e 9, miliardi per il vino. Gli altri prodotti, e ne sono complessivamente 838 (Alimentari e viticoli), coprono la restante piccola parte. Quindi il campionato, per così dire, si gioca con 20 squadre (10 nel food e 10 nel vino) che contribuiscono in massima ai risultati.
Bisognerà far partecipare altre squadre e ampliare il campionato, altrimenti aumentano i prodotti tipici ma quelli che contano e fanno numeri sono sempre gli stessi.
Fonte: il Foglio.it