Valorizzare il vino attraverso il turismo. E viceversa. La Toscana, prima regione a farlo, ha approvato la legge quadro sull`enoturismo che recepisce il decreto ministeriale del 12 marzo 2019. Vengono fissate le modalità di avvio dell`impresa, chi sono i soggetti che possono fare enoturismo, i requisiti degli operatori e i requisiti e gli standard minimi di esercizio. Inoltre è stato
istituito anche un albo degli operatori, mentre il compito di effettuare controlli e applicare sanzioni viene demandato alla regione.
L`approvazione è stata ben accolta dal Movimento Turismo del Vino (Mtv) Toscana. Che, tra gli aspetti della legge, sottolinea l`importanza del divieto di utilizzare bicchieri di plastica per la somministrazione dei vini in degustazione, cosa permessa dalla legge quadro nazionale, ma soprattutto di poter utilizzare edifici di nuova realizzazione come ambienti per le degustazioni e questo non era possibile con la legge sugli agriturismi, il che si traduce nella possibilità per le aziende di utilizzare spazi panoramici e ancora più emozionanti per gli appassionati. Per la presidente regionale di Mtv, Violante Gardini il provvedimento disciplina «tutte le attività di conoscenza del vino espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione della vite, la degustazione e la commercializzazione».
Stabilisce le modalità di avvio dell`impresa, chi sono i soggetti che possono fare enoturismo, i requisiti degli operatori e i requisiti e gli standard minimi di esercizio. Si prevede, per esempio, che oltre all`imprenditore agricolo singolo o associato che svolge attività di vitivinicoltura, possano avviare l`attività anche i comitati di gestione delle Strade del vino, le cantine sociali cooperative e i loro consorzi e i Consorzi di tutela dei vini a denominazione e indicazione geografica. Tra i requisiti è chiesta un`apertura annuale di un minimo di tre giorni a settimana, strumenti per la prenotazione delle visite, materiale informativo sull`azienda e sui suoi prodotti, stampato in almeno tre lingue; ambienti dedicati all`accoglienza, attività di degustazione del vino all`interno delle cantine e delle aziende agricole.
Si tratta, come sottolinea l`assessore all’agricoltura della Regione ToscanaMarco Remaschi, «dell`ottimo lavoro preparatorio che permette di disciplinare tutti i temi fondamentali del settore. Si tratta di una normativa che offre grandi opportunità, non solo per lo sviluppo turistico ma anche, per esempio, per la possibilità di fare vendita diretta da parte di piccoli
produttori». Il settore del vino toscano vede oltre 23 mila imprese, due terzi delle quali in aree destinate alle produzioni di vini DOP, che coprono più del 92% della superficie vitata regionale (60 mila ettari).
Fonte: Italia Oggi