La Regione Toscana ha autorizzato 639 ettari di nuovi vigneti, di cui beneficeranno 818 aziende. L’assessora Saccardi: “Un importante segnale di fiducia ai mercati e ai viticoltori”.
In arrivo nuovi vigneti in Toscana. Sono 818 le aziende che potranno beneficiare di un aumento della superficie vitata per un totale di 639 ettari in più (la quota destinata alla Toscana dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, a fronte di una richiesta totale di oltre 4.877 ettari), corrispondenti all’1 per cento dell’intera superficie toscana utilizzata a vigneto.
E 352 ettari (distribuiti fra 271 aziende) andranno a Montalcino, rivendicabili come Rosso di Montalcino DOP. Mentre domani l’Unione Europea comincerà a discutere delle norme sull’espianto dei vigneti per porre un freno alla sovrapproduzione di vino, la Toscana va in controtendenza. La Regione ha infatti autorizzato nuovi impianti e continua a scommettere sul suo “oro rosso”.
Ma cosa dice l’UE? La Commissione Europea si riunirà domani, 11 settembre, e, poi, altre due volte entro dicembre, per arrivare all’inizio del 2025 a definire le prime indicazioni per la nuova PAC (Politica agricola comune) e OCM vino (Organizzazione comune del mercato vitivinicolo), la regolamentazione unica dell’Unione Europea che disciplina il comparto vitivinicolo, sia per quanto riguardale norme di produzione che i contributi a fondo perduto assegnati alle aziende del settore.
Al centro di questi incontri del cosiddetto “gruppo di alto livello“, a cui partecipano addetti ai lavori e tecnici del settore vitivinicolo dell’UE, c’è la proposta di espianto, sostenuta dalla Francia e in parte dall’Italia, presentata dal Copa Cogeca, l’organizzazione europea delle associazioni di agricoltori e cooperative agricole: la proposta prevede, con fondi europei, un espianto a premio e a “tempo”. L’agricoltore può decidere infatti entro 3 anni, fino a un massimo di 8, se re-impiantare.
Contrarie molte associazioni, tra cui la Uiv (Unione italiana vini) e la Fivi, che riunisce i vignaioli indipendenti, i quali propongono altre misure per contenere la crisi del settore e limitare la sovrapproduzione.
[…]
Fonte: Il Tirreno