Contro le speculazioni con i prezzi in caduta libera delle uve da vino, al via controlli capillari e serrati della Guardia di Finanza su rese e PLV, la pianificazione e la regolamentazione di nuovi impianti con scelte varietali coerenti alle vocazioni dei territori e le potenzialità commerciali, passando da una stretta sul catasto vitivinicolo per avere una fotografia reale del settore in Puglia.
L’annuncio dell’Assessore Pentassuglia del via a controlli stringenti giunge a seguito delle denunce sulle quotazioni delle uve da vino da profondo rosso a causa di ingiustificabili fenomeni speculativi, mentre in campagna si è registrato l’aumento di oltre il 50% per l’energia, le lavorazioni, le materie prime, l’irrigazione e la mancanza di manodopera che pesano come macigni sul settore vitivinicolo.
Necessaria attraverso il catasto vitivinicolo l’esatta consistenza del settore vitivinicolo, dei numeri e delle potenzialità reali del settore per costruire una strategia di filiera, puntando su qualità e su rese per ettaro appropriate per rafforzare e promuovere il settore, alla luce del report di Cantina Italia dell’Ispettorato Repressione Frodi del Ministro delle Politiche Agricole al 31 luglio 2022 che registra una impennata delle giacenze di vini DOP nelle cantine dell’11% e del 47% di vino IGP rispetto al 2021.
[…]
Con un totale di 38 vini DOP e IGP la Puglia si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati – aggiunge Coldiretti Puglia su Dati Ismea-Qualivita – con il settore vitivinicolo che vale 407 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%. Il successo dei vini di Puglia è stato da sempre – insiste Coldiretti Puglia – il risultato di un mix vincente di fattori che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone, passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi che hanno portato al boom dei vini pugliesi, con la Puglia che non può disperdere il patrimonio di lavoro e investimenti fatti e può ripartire dai punti di forza con il segmento del vino che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia agroalimentare.
Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole e trasformatori con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni sottolineando l’importanza in questo contesto dell’apertura del Governo alla proposta di Coldiretti sulla defiscalizzazione del costo del lavoro.
Fonte: Agricultura.it