Carne: in Italia 78 kg pro-capite ogni anno, ma calano i consumi (-2%). Tengono le carni a marchio DOP IGP. Osservatorio Agriumbria: complice una comunicazione allarmante.
L’Italia si conferma tra quelli in Europa il Paese con un consumo pro capite di carne inferiore alla media continentale. Ma le nuove tendenze impongono una riflessione sul futuro della dieta mediterranea. A dirlo, in occasione della inaugurazione di Agriumbria, è l’Osservatorio consumi di carne della fiera in corso a Umbriafiere fino al 7 aprile.
Dati di consumo in calo in Italia, cresce nel mondo. Secondo l’ultimo rapporto Ismea, nel 2023 il consumo di carne in Italia si è attestato a 79 chilogrammi pro capite, in calo del 2% rispetto all’anno precedente. Una tendenza positiva si consolida negli ultimi anni, con una diminuzione complessiva del 7% dal 2010 quando i chili pro-capite erano 84.
A trainare il calo sono soprattutto le carni rosse, in particolare bovina (-4%), che rimane quella più consumata in Italia, e la suina (-3%), mentre la carne bianca registra una leggera crescita (+1%). Se invece si guarda al consumo globale di carne è in aumento. Si stima che nel 2023 abbia raggiunto 354 milioni di tonnellate, con una crescita del 22% rispetto al 2010. La carne più consumata al mondo è quella di pollo seguita da carne suina e bovina.
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Nel 2023, i consumi di carne DOP e IGP in Italia hanno registrato un aumento del 7% rispetto al 2022, in linea con la crescita del +10% della spesa alimentare nella GDO per questo tipo di prodotti.
Secondo il Rapporto Qualivita 2023 il segmento carni fresche ha raggiunto un valore alla produzione di 103 milioni di euro, +5,3%, cui si aggiungono i 2,271 miliardi (+7,5%) dei prodotti a base carne (prosciutti, salumi e insaccati) che hanno però segnato un calo in volume della produzione certificata, 1,6%.
Se tuttavia i consumi hanno un andamento altalenante, la tendenza degli ultimi anni è stata di crescita in volume del 2,4% nel 2020 e del 3,1% nel 2021 cui hanno corrisposto crescita in valore 4,1% (2020) e del 5,2% (2021).
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Fonte: Agricultura.it
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