L’INAO che supervisiona le produzioni certificate, promuove un’alleanza tra Francia, Italia e Spagna per rafforzare le IG in Europa
Prosegue il viaggio di Consortium nel mondo delle IG internazionali. In questo numero abbiamo intervistato Marie Guittard, direttrice dell’INAO – Istituto nazionale dell’origine e della qualità – che in Francia si occupa di garantire il riconoscimento e la protezione dei marchi ufficiali di identificazione della qualità e dell’origine (SIQO) dei prodotti agricoli, agroalimentari e forestali. Qual è l’attuale politica francese nei confronti del sistema di certificazioni DOP, IGP e STG dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli e nei confronti degli altri marchi di qualità come i Label Rouge? Che percezione hanno i consumatori di questo sistema? I marchi ufficiali di identificazione della qualità e dell’origine (SIQO) sono prima di tutto degli strumenti della politica agricola. Sono fattori di valorizzazione delle produzioni agricole, utili per la ridistribuzione del valore aggiunto tra tutti gli attori della filiera alimentare. Questa creazione di valore si basa sulla capacità dei SIQO di creare una differenziazione dell’offerta e di collocarla in segmenti di mercato parzialmente protetti dalla volatilità dei prezzi agricoli internazionali. I SIQO sono anche leve della politica alimentare, che contribuiscono alla difesa del modello alimentare europeo basato sulla diversità e sulla qualità dell’offerta. Inoltre, essi supportano la politica di pianificazione dell’uso del suolo, consentendo il mantenimento o l’incremento del numero di agricoltori e dei posti di lavoro in aree spesso difficili, come le aree montane o pedemontane. Infine, accrescono l’attrattiva turistica della Francia e rafforzano la sua immagine all’estero attraverso i prodotti esportati. Di fronte alle numerose iniziative più o meno strutturate, che si stanno moltiplicando, le caratteristiche dei marchi ufficiali di qualità dovranno, negli anni, riuscire a evidenziare al meglio le differenze delle produzioni certificate, essere sempre più portate all’attenzione dei consumatori e diventare più attraenti per i produttori. Ecco perché, nei prossimi mesi, il rafforzamento dei mezzi dedicati alla comunicazione delle caratteristiche delle diverse certificazioni, e dei relativi sistemi di controllo, sarà tra gli assi strategici delle iniziative dell’INAO.
Un po’ come sta accadendo in Italia, anche la grande industria agroalimentare francese crede nei prodotti certificati DOP IGP? Anche in Francia si stanno creando nuove opportunità per le imprese agricole e di trasformazione?
Sì, sta succedendo la stessa cosa anche in Francia. Un esempio può essere Lactalis, leader nel mercato dei prodotti lattiero-caseari (commercializza oltre 300 prodotti, tra cui i salumi e molte DOP IGP, ed è presente in oltre 100 Paesi). Anche in Francia, come in Italia, Mc Donald’s propone dei menu con produzioni certificate DOP IGP. La grande distribuzione, molto presente e organizzata, è anche molto attenta nel seguire la crescente richiesta di prodotti Bio.
Come è organizzato il sistema dei controlli in Francia e quale è il ruolo di INAO? È l’Istituto che segue direttamente le aziende e le imprese per l’applicazione corretta dei Disciplinari di produzione ?
INAO non solo è responsabile della supervisione del sistema di controllo per tutto l’insieme delle produzioni certificate (SIQO), ma accredita e valuta anche gli organismi indipendenti incaricati del controllo del rispetto dei disciplinari di produzione. Per ciascun prodotto certificato nell’ambito SIQO deve essere presentato un piano di controllo convalidato dall’INAO.
C’è ancora molta differenza fra la diffusione delle certificazioni di qualità DOP IGP nel settore vitivinicolo e agroalimentare ?
La loro importanza in termini di produzione commercializzata varia a seconda della filiera. Le certificazioni dominano sicuramente nel settore vinicolo (93% dei volumi) e in quello dei palmipedi da fegato grasso (55% dei volumi). La quota di prodotti certificati è importante anche per formaggi e pollame, ma è ancora relativamente marginale per la carne bovina e suina, così come anche per frutta e verdura, dove però c’è sempre maggiore richiesta di certificazioni biologiche.
Quali sono le attività di INAO per promuovere il sistema certificato e far conoscere le produzioni francesi in tutto il mondo?
L’INAO svolge molte attività internazionali per spiegare e far conoscere la politica francese per la qualità, definita dall’acronimo SIQO. La Francia è impegnata già da molti anni nella promozione di questa politica, a livello sia nazionale che europeo. Le nostre azioni si concentrano su attività specifiche nei Paesi in cui vengono rilevati casi di contraffazione, ma anche in quei Paesi che rappresentano potenziali alleanze per i negoziati internazionali. Queste azioni sono un modo particolarmente efficace per promuovere i nostri prodotti, rafforzando contatti e alleanze internazionali, e per far conoscere meglio la Francia e il suo grande patrimonio gastronomico. In questi anni le Indicazioni Geografiche sono state un modello di sviluppo per la difesa dei territori e delle tradizioni.
Quali sono le “buone pratiche” del mondo delle Indicazioni Geografiche che possono anche ispirare altri Paesi?
Coltivando varietà vegetali e allevando specie di animali autoctoni, le Indicazioni Geografiche contribuiscono al mantenimento della biodiversità e a un minor impatto dell’attività agricola sull’ambiente (meno uso di prodotti fitosanitari e farmaceutici). Molti Paesi che hanno queste tipo di risorse locali, alcune delle quali stanno scomparendo, potrebbero scegliere di valorizzarle percorrendo la strada delle certificazioni.
Secondo lei, Francia, Italia e Spagna potrebbero unire le loro esperienze per rafforzare il tema delle Indicazioni Geografiche nel mondo realizzando progetti di sistema?
Alla vigilia della riforma della PAC, Francia, Italia e Spagna devono difendere le Indicazioni Geografiche, la loro protezione giuridica e le loro caratteristiche specifiche. Come hanno già fatto in passato questi Paesi, anche nell’ambito dei bandi europei, dovrebbero unirsi per aiutare, ad esempio, le autorità serbe a rispettare i regolamenti europei in materia di IG e Bio grazie a un gemellaggio franco-italiano con la Serbia. Italiani e francesi stanno già lavorando insieme nell’ambito del programma BTSF1 della DG Salute della Commissione europea, che si concentra sul contollo del sistema delle IG per promuovere le buone pratiche sia all’interno dell’UE che nei Paesi terzi. Il fatto che in Francia i prodotti possano avere diversi marchi di qualità sulla stessa etichetta (Label Rouge, DOP, IGP, Bio) rappresenta un’opportunità per le aziende o è fonte di confusione? Come si possono gestire informazioni di qualità diverse per lo stesso prodotto? La presenza di due diversi marchi di qualità SIQO per lo stesso prodotto non è di per sé fonte di confusione per i consumatori informati. Anzi, il loro numero aumenterà grazie alle azioni di comunicazione che INAO sta sviluppando, in modo che tutti possano identificare meglio le garanzie fornite dai prodotti certificati SIQO rispetto ad altre azioni di differenziazione dell’offerta.
INAO – Istituto Nazionale dell’Origine e della Qualità L’Istituto è stato creato nel 1935. È responsabile dell’applicazione della politica francese su tutti i prodotti certificati con marchi ufficiali di idicazione della qualità e dell’origine: Denominazione di Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografica Protetta (IGP), specialità tradizionale garantita (STG), Label Rouge e Agricoltura biologica (AB). INAO svolge sette funzioni principali: l’istruzione delle richieste di riconoscimento per i marchi ufficiali, la protezione legale delle denominazioni, la supervisione dei controlli sulle denominazioni, la delimitazione delle aree di produzione, la tutela dei terreni agricoli, la cooperazione internazionale e l’informazione. sulla regolamentazione delle certificazioni. L’INAO è finanziato al 70% dal Ministero dell’Agricoltura e il resto dalle tasse pagate dagli operatori del settore. Le certificazioni di qualità riguardano a oggi più di 1.100 prodotti: 361 vini DOP, 75 vini IGP, 104 DOP agroalimentari e 144 IGP, oltre 420 Label Rouge. Nel 2016, circa un quarto delle aziende agricole francesi aveva almeno una produzione certificata DOP, IGP o Label Rouge.
a cura di Mauro Rosati
Fonte: Consortium 2018/01