Nel settore oltre 17mila operatori per la 2° regione in Italia per valore DOP IGP, prima nel Cibo: fra le province guidano Parma, Modena e Reggio-Emilia
Il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 sulla Dop economy italiana descrive un settore da 16,6 miliardi di euro e riporta l’impatto che questa ha nei territori italiani, ovvero il ritorno economico delle filiere agroalimentari e vitivinicole dei prodotti DOP IGP nelle regioni e nelle province di tutto il Paese. In Emilia-Romagna si contano 74 prodotti DOP IGP e il settore nel suo complesso genera un impatto economico pari a 3.265 milioni di euro nel 2020 (- 7,3% sul 2019) grazie al lavoro di 17.272 operatori, che ne fanno la seconda regione in Italia per valore delle filiere DOP IGP (dopo il Veneto) e la prima per il settore del Cibo IG. La prima provincia per impatto economico è Parma (1.289 mln €), seguita da Modena (717 mln €), Reggio nell’Emilia (606 mln €) e Piacenza (254 mln €).
Il comparto Cibo conta 44 filiere che generano un valore alla produzione di 2.779 milioni di euro nel 2020, per un -9,1% rispetto al 2019. La regione è 1° in Italia per valore economico generato e il comparto coinvolge 6.132 operatori. Le denominazioni che partecipano maggiormente al valore economico in regione sono il Parmigiano Reggiano DOP, il Prosciutto di Parma DOP, l’Aceto Balsamico di Modena IGP, la Mortadella Bologna IGP, il Grana Padano DOP e la Piadina Romagnola IGP.
Il comparto Vino conta 30 filiere che generano un valore alla produzione di 486 milioni di euro nel 2020, per un +4,7% rispetto al 2019. La regione è 7° in Italia per valore economico e il comparto coinvolge 11.140 operatori. Oltre alle due Indicazioni Geografiche Protette Emilia IGP e Rubicone IGP, le denominazioni con il maggiore ritorno economico in regione sono il Romagna DOP, il Modena DOP (Lambrusco), il Gutturnio DOP, il Pignoletto DOP, il Colli Piacentini DOP e il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro DOP.
Fonte: Fondazione Qualivita