Agrisole
A 10 anni esatti dalla sua costituzione, il Consorzio di tutela del Vitellone Bianco dell’Appennino centrale IGP sfonda la soglia delle 20mila certificazioni IGP e guarda al futuro con moderato ottimismo. «Il massimo risultato che potessimo sperare» confida Stefano Mengoli, presidente del Consorzio che racchiude 3.177 allevamenti, 67 impianti di macellazione, 96 laboratori di sezionamento e 830 punti vendita. Una filiera strutturata, distribuita su otto regioni Toscana, Marche e Umbria quelle numericamente più attive – pronta a lanciare una nuova sfida: ampliare la platea dei consumatori, puntando sempre più su ristorazione, mense pubbliche e privati, oltre a quelle scolastiche. Siamo già entrati in questo circuito – conferma Mengoli – sfatando il mito che la ristorazione collettiva non abbia standard ed organizzazione per le forniture di qualità. Ora vogliamo consolidarci».
Una sfida che tiene conto dei punti di forza di questa IGP, a oggi unico marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato dall’Unione europea per l’Italia. Un patrimonio zootecnico importante, che racchiude le razze Chianina, Marchigiana e Romagnola, con vitelloni nati e allevati nelle aziende sottoposte ai controlli per le verifiche del rispetto del disciplinare di produzione.