Il mondo del vino si afferma sempre più come un elemento chiave dell’economia della Sicilia, tra produzione ed enoturismo. L’isola, infatti, è oggi il secondo vigneto d’Italia per estensione, (95.760 ettari coltivati) ed è la prima regione per superficie vitata biologica.
I dati sono emersi dall’Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino – Sicilia, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit e presentato in occasione dell’edizione 2024 di Sicilia en Primeur.
L’annuale anteprima dei vini siciliani, organizzata da Assovini Sicilia, si è tenuta a Cefalù a fine maggio, con il tema “Cultivating the Future“, in una riflessione sul futuro del vino, in un anno segnato da un calo delle importazioni mondiali. Le ragioni sono congiunturali e strutturali: gli importatori hanno accumulato scorte eccessive per timori di interruzioni e aumento dei prezzi, mentre il rallentamento economico e l’inflazione hanno ridotto la capacità di spesa dei consumatori. Intanto, i consumi di vino stanno cambiando: diminuisce l’acquisto di vino rosso, i giovani bevono meno e si preferiscono vini leggeri e a bassa gradazione alcolica.
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Oggi i vini bianchi e le colture biologiche sostengono la Sicilia nonostante la riduzione dei raccolti a causa di eventi climatici estremi e peronospora. Nel 2023, l’export di vini rossi DOP è calato del 4%, mentre quello di vini bianchi DOP è aumentato del 7%. Tenendo presente che i dati Istat non considerano le spedizioni dai porti di altre Regioni, l’export totale dei vini e mosti siciliani è probabilmente ancora superiore. Nella grande distribuzione, le vendite di vini DOP regionali sono aumentate del 5,3% a valore e dello 0,3% a volume.
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Fonte: Avvenire