Dalle azioni svolte per la promozione all’estero del vino made in Italy con fondi Ue potrebbero presto arrivare anche importanti ricadute positive sull’enoturismo in Italia. La misura di promozione con risorse dell’Ocm vino (Organizzazione comune di mercato) è in vigore dal 2009 e stanzia circa 102 milioni di euro l’anno per cofinanziare (al 50%) progetti sui mercati esteri. All’interno di questa misura c’è in particolare un’azione prevista tra quelle finanziabili che potrebbe presto garantire importanti ritorni sull’enoturismo: si tratta dell’azione di “incoming“, ovvero la possibilità di finanziare con fondi Ocm l’ospitalità in Italia di rappresentanti dei media, opinion leader, buyers, ma anche esponenti dei canali horeca (hotel, ristoranti e caffé) stranieri.
Molti consorzi di varie regioni d’Italia hanno utilizzato la misura per portare giornalisti e buyers stranieri in Italia in occasione delle “anteprime” ovvero le manifestazioni nelle quali sono presentate al pubblico le nuove annate come le “Anteprime toscane” o “Anteprima Amarone“, tutte effettuate a febbraio. Ma non solo. “Noi la stiamo utilizzando – spiega il direttore del Consorzio di tutela vini della Valpolicella, Olga Bussinello – in particolare per la nostra azione di formazione: la Valpolicella Education Program. Un’iniziativa diretta agli stranieri con la quale puntiamo a formare operatori che abbiano una conoscenza approfondita dei nostri vini e del nostro territorio”.
Della stessa opinione anche il direttore dell‘Istituto Marchigiano di Tutela, Alberto Mazzoni, le cui azioni di promozione del vino all’estero svolte in questi anni hanno dato grandi risultati. Secondo una recente indagine di Wine Monitor di Nomisma ogni milione di euro speso dall’Imt in promozione ha generato 7,5 milioni di euro di fatturato in più per le cantine marchigiane. “L’incoming è fondamentale – spiega Mazzoni – perché la conquista dei mercati non si ottiene solo recandosi all’estero ma anche facendo conoscere ai consumatori i luoghi nei quali nasce il vino italiano. Solo portandoli in Italia riusciamo davvero a spiegare il nostro patrimonio che non è solo enologico ma anche culturale e paesaggistico. Le sensazioni che si possono provare di persona recandosi in un territorio non potranno mai essere sostituite da alcun device”.
“L’incoming è una misura fondamentale soprattutto per l’Italia – spiega il docente di Economia e gestione delle imprese all’Università La Sapienza di Roma, Alberto Mattiacci, che ha effettuato un monitoraggio proprio sulla misura di incoming -. Ormai il vino di qualità si trova in molti paesi, ma nessuno può associare alla qualità dei vini la bellezza dei paesaggi”.
Fonte: Sole 24 Ore