Il vino italiano alla sfida della ripresa tra export e scorte di vino, dopo aver resisitito nell’anno del covid.
Produttori di vino sull`ottovolante. Da un lato, crollano le vendite oltre Manica, dall`altro, nonostante le difficoltà, pare che le etichette cooperative riescano a tenere il mercato. Alti e bassi di un comparto, quello vitivinicolo, che continua ad essere da primato nell`ambito dell`agroalimentare nazionale, ma che risente in pieno degli effetti della conti.
In gioco sono esportazioni di vino che valgono 3,7 miliardi e che vedono gli inglesi i principali consumatori mondiali di Prosecco. Si profilano molte ombre, dunque, per l`Italia vitivinicola alle prese con il Regno Unito.
Incertezze che solo in parte sono fugate da altri numeri che prospettano una situazione migliore. Nell`anno del Covid, per esempio, il sistema vitivinicolo cooperativo (423 cantine per 4,9 miliardi di euro di giro d`affari e una produzione pari al 58% del vino italiano), è riuscito a confermare il proprio fatturato (+1%), con un aumento delle vendite nella grande distribuzione organizzata (+6%) e all`estero (+3%).
Lo evidenzia l`Alleanza Cooperative Agroalimentari, presentando lo studio di Wine Monitor Nomisma che rileva anche come «nel 2020 il 34% delle cooperative vinicole abbia mantenuto stabile il fatturato e un 41% lo ha visto in calo».
Bene anche le vendite all’estero: +3% quelle della cooperazione, contro un -2,4% del vino italiano nel complesso. Ma anche le coop non sono tranquille: le scorte di vino in cantina stanno crescendo troppo. E la prossima vendemmia si avvicina.
Fonte: Avvenire