Il vino italiano rappresenta una quota del 34% dell’import vinicolo americano. Un export complessivo di 1,7 miliardi di dollari negli 11 mesi del 2016 e in crescita del 5,9% sullo stesso periodo del 2015. Con questi numeri la produzione vinicola italiana si è presentata ieri a New York in un evento sponsorizzato da Ice, Ministero per lo sviluppo economico e Vinitaly International nell’ambito della sesta edizione di Vino (quest’anno Vino 2017), rassegna di degustazioni e seminari sui vini italiani che presenta quest’anno 110 espositori italiani e prevede anche un tappa a Miami.
Il presidente dell’Ice, Michele Scannavini, ha precisato che per i prossimi tre anni l’obiettivo è di investire 20 milioni di dollari per promuovere il vino italiano negli Usa, con due obiettivi primari: accrescere i consumi dei vini migliore e di maggior prezzo, e rafforzare la percezione dei brand italiani. Il tutto agendo su distributori, importatori, e direttamente su dettaglianti (con il lancio di 18 tipi di vino finora non presenti sul mercato Usa), consumatori e stampa.
La giornata di ieri ha coinciso con la presentazione dei risultati, da parte del ceo John Gillespie, di un sondaggio effettuato da Wine Opinions, per Vinitaly International e Ice. Ne è emersa la forte propensione dei consumatori sotto i 40 anni a comprare di frequente (34% delle volte) vino italiano di prezzo contenuto. Da segnalare il boom di vendite del prosecco, +35,2% sull’anno precedente, con il risultato che il 19,5% dell’export vinicolo italiano negli Usa è composto di spumanti, rispetto al 38,3% di bianchi e al 34,2% di rossi. Il vino è la prima voce dell’export agroalimentare italiano e pesa per il 4% del totale del Made in Italy venduto negli Usa. Ma ci sono margini di miglioramento. Metà dell’export italiano di vino negli Usa va in solo cinque Stati dell’Unione.
Fnte: MF