Il Vedicchio, nella doppia accezione delle Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP e Verdicchio di Matelica DOP, è l’ambasciatore d’eccellenza della produzione enoica marchigiana in procinto di sbarcare al Vinitaly (Padiglione 7). Il celebre bianco è affiancato nella squadra dell’Imt (Istituto marchigiano tutela vini) dalle DOP Bianchello del Metauro, Colli maceratesi, Colli pesaresi, Esino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, San Ginesio, Serrapetrona; e dalle DOP Conero e Vernaccia di Serrapetrona.
Per il direttore dell’Imt, Alberto Mazzoni, “sarà un Vinitaly particolare: il vino dovrà essere uno dei testimoni della ripartenza della Regione, ne siamo convinti e sentiamo particolarmente questa responsabilità”. A Verona saranno festeggiati i 50 anni delle DOP Rosso Conero e Verdicchio di Matelica, due chicche autoctone dell’enologia marchigiana in una degustazione guidata da Ian D’Agata (martedì 11 aprile, ore 9.30).
Poi focus sul rapporto sempre più diretto tra alta ristorazione e vitigni autoctoni (lunedì 10 aprile, ore 11), con la presentazione dell’indagine Nomisma Wine Monitor sul posizionamento dei vini autoctoni italiani presenti in carta nei migliori ristoranti del Paese. Sono 2 tra gli eventi clou organizzati dalla Regione Marche con l’Imt, il maxi-consorzio che conta 465 soci e 16 denominazioni e che promuove 15 su 19 denominazioni marchigiane e rappresenta il 45% della superficie vitata regionale (oltre 8mila ettari).
Grazie al vino, primo prodotto alimentare marchigiano esportato, in questi anni di recessione economica l’agroalimentare marchigiano è andato controcorrente. Il vino ha dato nuova linfa all’export agroalimentare, cresciuto negli ultimi 10 anni 4 volte più del totale manifatturiero (+107% contro + 27%). L’export è passato da un valore di 34 milioni del 2005 ai 47,4 del 2015.
Fonte: Resto del Carlino