Il Verdicchio, uva bianca simbolo delle Marche, cresce sia nelle aree vicine alla costa sia nell’entroterra, grazie a due differenti denominazioni: DOP dei Castelli di Jesi e DOP di Matelica. Due strade per raccontare lo stesso vitigno, la cui differenza, qui, è legittimata dai luoghi. Ecco spiegata la doppia natura del Verdicchio marchigiano.
Una tutta sole e sale – Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP – che ricava il proprio timbro dalla vicinanza con il mare e da suoli ricchi di calcare. E l’altra, il suo opposto, anche se sarebbe meglio definirlo suo alter ego. Il Verdicchio di Matelica DOP vanta una propria sintassi, fatta di clima più netto e di un’altitudine più marcata. Comune denominatore, il tempo. Tanto, quello che il Verdicchio sa reggere in bottiglia, a differenza di altri bianchi, meno invece quello che la tipologia ha impiegato per scrollarsi di dosso l’etichetta di vino da poco.
A questa evoluzione della propria reputazione, ha decisamente contribuito l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Nato sul finire del secolo scorso con pochi soci, che oggi hanno superato quota 470, l’Imt rappresenta quasi il 90% dell’imbottigliato della zona di riferimento, coprendo 15 denominazioni e 4 Docg. Non solo numeri ma anche valore, come testimoniano i 150 milioni di euro di fatturato del comparto, comprensivo di denominazioni e Igt.
A questo l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini ha affiancato un ruolo di supporto per le aziende, dedicando, nel 2017, ben 6,7 milioni di euro per le tecnologie di cantina e l’ammortamento dei vigneti, senza contare gli investimenti per la promozione.
Un lavoro di promozione coeso a livello regionale, come testimoniato dalle parole del direttore dell’Imt Alberto Mazzoni: “Parte della promozione di quest’anno è impostata a livello regionale assieme ai partner del Consorzio vini piceni. Un modo per fare squadra attraverso un unico grande brand del vigneto Marche”.
Incentivare ma anche celebrare. Quest’anno, infatti, una delle due denominazioni di riferimento, il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOP, ha tagliato il traguardo del mezzo secolo.
Fonte: Forbes Italia