Il Covid-19 ci ha portato a vivere in un mondo nuovo, differente, caratterizzato da un mix di esitazione, attesa e nuove opportunità. Questa “nuova normalità” ha avuto ed avrà ripercussioni importanti sull’andamento, la competitività e le prospettive di sviluppo di tutti i settori produttivi, dall’agricoltura all’industria, passando per i servizi.
Il turismo vale oltre il 13% del PIL italiano, rappresenta un asset economico primario per il nostro Paese. Gli operatori del settore stanno fronteggiando una situazione in costante e rapida evoluzione: il blocco degli accessi dai Paesi a rischio, un movimento turistico principalmente domestico e con intensità differenziate, una diversa capacità e propensione alla spesa, il ricorso alle abitazioni di proprietà e in affitto, la riscoperta dei borghi nelle aree montane e rurali sono alcuni dei fattori che stanno caratterizzando il turismo. Le perdite economiche importanti e la situazione di incertezza e di nuove opportunità rimette al centro la necessità di ripensare e riprogettare la nostra offerta in un’ottica di medio-lungo periodo, concentrandosi sui principali asset del nostro Paese.
L’enogastronomia, dalle prelibatezze regionali ai simboli nazionali, fino alle produzioni vitivinicole nelle infinite varianti, rappresenta oggi un potente driver di attrazione turistica. Italiani e stranieri non hanno perso la voglia di scoprire e vivere la ricchezza di questo patrimonio, lo faranno solo con modalità e in tempi differenti da quanto avveniva in precedenza.
La sfida sta ora nel saper fronteggiare questa situazione incerta trasformandola in opportunità. L’occasione è quindi propizia per sviluppare un piano strategico per la valorizzazione dell’enogastronomia nel turismo che, attraverso politiche di supporto e azioni coordinate, possa stimolare lo sviluppo dell’offerta sia in termini numerici che qualitativi, incentivando una maggiore integrazione tra i comparti della produzione agroalimentare e del turismo nell’ottica di migliorarne l’attrattività, la competitività e generare benefici diffusi all’intera catena di valore. Rispetto al recente passato, è opportuno ripartire dalle nuove priorità che stanno emergendo come sicurezza, digitalizzazione, sostenibilità, formazione, narrazione, diversificazione. Si tratta solo di alcune delle possibili linee sulle quali ci si potrebbe spingere, se effettivamente vi è l’ambizione di voler costruire un nuovo racconto italiano a partire dal patrimonio enogastronomico.
A cura di Roberta Garibaldi – docente all’Università degli Studi di Bergamo
Fonte: Consortium 2020_03