Difesa vittoriosa del marchio in tribunale e festeggiamenti più sonori peri 50 anni dall’attribuzione della DOC al Vino Nobile di Montepulciano DOP. Mentre infatti erano in corso i preparativi dello scorso week end per onorare la ricorrenza è stata pubblicata la sentenza di un processo che vedeva il Consorzio di tutela opporsi a un’azienda vitivinicola della zona del Chianti che aveva usato l’aggettivo «Nobile» nella denominazione aziendale e del prodotto associandolo al termine «Prima». Il collegio giudicante fiorentino del Tribunale civile delle imprese ha sancito che l’uso di tali termini configura una contraffazione dei marchi «Vino Nobile di Montepulciano», «Vino Nobile» e «Nobile», in quanto «non risulta essere conforme ai principi della correttezza professionale».
Le diciture contro le quali è stato mosso il ricorso, infatti, «hanno inteso richiamare l’attenzione su quello che è il cuore dei marchi del consorzio», cioè il termine “Nobile”, attestato in un documento del 1787 e la cui prima annata risale 111959. E stata invece esclusa la concorrenza sleale, sulla base di etichette assai diverse. La parte convenuta aveva cercato di resistere agli argomenti del Consorzio chiedendo la «decadenza» dei marchi in base a un regolamento comunitario del 2010. Ma, come si legge nella sentenza, «tale denominazione è ancora tutelata dovendo il Vino Nobile di Montepulciano ricavato dal vitigno Sangiovese essere tenuto distinto dal vino abruzzese Montepulciano d’Abruzzo DOC prodotto con l’omonimo vitigno». Quindi, ai fini dell’identificazione dell’origine geografica, la presenza del nome di Montepulciano è determinante. Secondo i difensori del Consorzio, tra cui l’avvocato Giuseppe Brini di Pontedera che possiede alcune vigne di “Nobile”, la DOCG attribuita nel 1980 è tutelata anche da un decreto del gennaio 2015 che conferma al Consorzio stesso il compito appunto di tutelare, promuovere e valorizzare i inarchi per la DOC e DOCG.
Fonte: La Nazione