In Giappone è iniziato lo svernamento delle acque della centrale nucleare di Fukushima. Dura protesta della Cina che blocca l’import di pesce giapponese
È iniziato ieri in Giappone, come previsto, il rilascio nell’Oceano Pacifico delle acque reflue radioattive dell’impianto di Fukushima, al centro dell’incidente nucleare del 2011. Ma attorno al piano della centrale della Tokyo Electric Power Company (Tepco), destinato a durare decenni, le proteste non si sono affatto placate. Alla Cina non sono bastate le rassicurazioni dell’Aiea, l’agenzia di vigilanza sull’energia nucleare delle Nazioni Unite, la quale anche ieri ha ribadito che “le analisi hanno confermato che la concentrazione di trizio nell`acqua scaricata è molto inferiore al limite di pericolosità”.
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Mentre i consumatori un po’ in tutto il mondo si stanno chiedendo da dove vengano e quanto siano sicuri i prodotti ittici che si ritrovano a tavola. In Italia la Coldiretti ha calcolato che nell’ultimo anno dal Giappone sono arrivati solo 123mila chili di pesce, meno dello 0,02% del totale dei prodotti ittici importati da tutto il mondo. Di questi, però, circa i due terzi, ovvero 86mila chili, sono filetti di tonno congelati, ed è probabile che siano stati destinati proprio alla preparazione di sushi nei ristoranti giapponesi d’Italia. Il Giappone però non è certo la prima fonte di importazione del tonno che entra in Italia e in Europa: secondo i dati dell’Aipce (l’associazione europea che riunisce le imprese del commercio e della trasformazione del pesce), nei Paesi della Ue arriva fondamentalmente tonno proveniente dall’Ecuador (23%), da Papua Nuova Guinea (9%) e dalla Cina (8%).
Fonte: Il Sole 24 Ore
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