È l’export il business più redditizio per il settore vitivinicolo italiano. A confermarlo sono i dati rilasciati a fine maggio da Federvini, secondo cui le esportazioni di vini e mosti nel 2014 hanno superato i 5 miliardi di euro in valore (+1% sul 2013) con quasi 22 milioni di ettanidri portati oltre i confini nazionali. Una conseguenza della stabilizzazione della produzione (tra i 40 e i 50 milioni di ettolitri, secondo i dati MPS di giugno 2015) e del calo dei consumi interni (da 30 a 20 milioni di ettolitri dal 2011 al 2014), che hanno reso necessario lo sbocco verso i mercati esteri: tanto che le esportazioni in 10 anni sono aumentate di oltre il 70%, sia in quantità sia in valore.
Guardando alle eccellenze del made in Italy, i vini IGP coprono il 30,5% delle esportazioni, i DOP il 25,2%, mentre gli altri vini raccolgono il 44,4% dell’intera domanda di export. Complessivamente, le esportazioni di vini e mosti in valore sono destinate per il 53,1% all’Unione Europea, per il 46,9% ai mercati Extra-UE. Il settore delle acquaviti e dei liquori è concentrato nel mercato europeo, rispettivamente per il 77,5% e il 68,2%, mentre negli altri mercati raggiungono il 22,5% e il 31,8%. Gli aceti esportano il 53,1% in ambito europeo e il rimanente 46,9% in Stati Extraeuropei.
Fonte: Azienda Banca