Bandiera della tradizione culinaria trevigiana e ortaggio simbolo dell’agricoltura veneta, il radicchio rosso di Treviso è una bontà inimitabile. Delle due varietà, precoce e tardivo, il secondo è il più ricercato. Deve la sua unicità al lungo e accurato processo di produzione e alle particolari caratteristiche del territorio di coltivazione, che il disciplinare Igp identifica nelle campagne di 24 comuni: 17 in provincia di Treviso, 5 in quella di Venezia e 2 nel Padovano.
Si tratta di una zona fertile e ricca di acque purissime, elemento fondamentale perla crescita e per la produzione. Le acque di falda che scendono dalle Dolomiti, scorrendo sotterranee per poi risalire in superficie, quando incontrano strati argillosi formano la linea di risorgive che divide l’alta e la bassa pianura. E’ questo l’habitat naturale dove si è sviluppata la cicoria selvatica autoctona che nel tempo i contadini hanno valorizzato, tramutando un’erba povera in un’eccellenza gastronomica ambita perla dolcezza, la croccantezza e la ricchezza di gusto.
La storia del radicchio si perde nei secoli tra ricerche iconografiche e leggende di paese. Si racconta, ad esempio, che in tempi lontanissimi i primi semi siano stati lasciati cadere dagli uccelli sul campanile di Dosson di Casier, per essere poi trovati e coltivati dai frati. Di certo c’è che il radicchio rosso di Treviso lo si vede rappresentato nel quadro di Leonardo Da Ponte “Le nozze di Cana” , opera risalente al `500 nella quale si scorgono gli inconfondibili ciuffi spuntare da una cesta. Potrebbe averci messo del suo il vivaista Francesco Van De Borre, sceso dal Belgio nel 1870 per realizzare un giardino all’inglese nella trevigiana Villa Palazzi: sarebbe stato lui a insegnare le tecniche di imbiancamento utilizzate all’epoca per le cicorie belghe. Oppure, come spesso accade, tutto potrebbe essere dovuto alla casualità.
Si narra, ad esempio, che un contadino, all’inizio di un imprecisato inverno, dimenticò dei radicchi ammassati in una carriola. Quando un suo famigliare estrasse una piantina e le tolse le foglie rinsecchite, scoprì con stupore che all’interno c’era un sanissimo radicchio dal colore rosso. Aneddoti e racconti quindi non mancano, ma c’è anche un’indiscutibile e precisa attestazione storica: il 20 dicembre 1900. In quella data si tenne la prima “Mostra del Radicchio” sotto la Loggia dei Trecento, a Treviso. Evento che quest’anno è giunto alla 111. edizione essendo stato interrotto solo in occasione delle guerre.
Fonte: Il Gazzettino