Dal provvedimento legislativo sono esclusi tutti i vini a Denominazione di Origine Protetta e a Indicazione di Origine Protetta
Via libera del Governo alla produzione di vino dealcolato anche in Italia. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha firmato il decreto che ammette la produzione di bevande private in tutto o in parte dell’alcol (che però continueranno a chiamarsi “vino”). Un provvedimento che divide, specie nelle terre del Basso Piemonte che tra Gavi, Ovada, Brachetto d`Acqui e Asti spumante hanno una radicata tradizione di qualità.
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Per Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio di tutela del Gavi, «per ora si tratta di una moda del momento, vedremo nei prossimi anni se il settore si consoliderà. Nel mondo anglosassone la crescita dei vini dealcolati è notevole in percentuali, ma in numeri assoluti parliamo di un mercato piuttosto piccolo. Corretta la limitazione sui vini Igt, Doc e Docg: non bisogna ingenerare confusione nel consumatore».
Lascia una porta aperta Daniele Oddone, presidente del Consorzio dell`Ovada Docg: «Non aveva senso che l`Italia rimanesse indietro. Il vino dealcolato può rappresentare un`occasione per entrare in quei mercati dove non si consumano alcolici, oppure per quei prodotti che si prestano bene a una trasformazione, come i mosti parzialmente fermentati e i vini dolci a basso grado alcolico». Difficile però entrare nel settore: «L`attrezzatura necessaria è molto costosa e di fatto solo le imprese industriali se la possono permettere», conclude Oddone.
«Il trend di consumo è sempre più orientato verso prodotti alcolici a bassa gradazione sia in Italia che all`estero», osserva Stefano Ricagno, presidente del Consorzio Asti Docg (i cui confini si estendono anche ad Acqui Terme), commentando il bilancio della produzione di Asti Spumante e Moscato d`Asti, che a fine 2024 ha superato il tetto di 90 milioni di bottiglie. A trainare il risultato il Moscato d`Asti che ha chiuso l`anno con un imbottigliato di oltre 33 milioni di pezzi, in crescita in doppia cifra grazie in particolare alla domanda statunitense, a quella italiana e all`aumento dei consumi nel Far East (Corea e Cina).
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Fonte: Il Secolo XIX