Messaggero Veneto
Una banale equazione matematica introdotta dalla Ue all’inizio dell’anno e obbligatoria da settembre ha fatto tremare i polsi agli allevatori di suini: con l’adozione della nuova formula per la determinazione della came magra, una percentuale molto alta di suini non avrebbe potuto essere utilizzata per essere trasformata in prosciutti di Parma e San Daniele. Un disastro in termini economici visto che nel nostro Paese i numeri in suinicoltura sono appena sufficienti a soddisfare le esigenze delle DOP. Il pericolo è stato scongiurato grazie all’adozione della soluzione proposta dall’Istituto nordest qualità (Ineq) e dai colleghi di Parma e validata dal ministero dell’Agricoltura. Lo spiega il direttore di Ineq, Francesco Ciani. «Ineq – dice – ha contribuito all’elaborazione della soluzione che consente di ammortizzare e ridurre l’impatto del nuovo sistema di classificazione delle carcasse dei suini che avrebbe potuto essere devastante perla suinicultura italiana. La soluzione è di accettare l’applicazione di un tolleranza che consente di utilizzare per le DOP le cosce ottenute da carcasse classificate nell’area intermedia sulla quale interviene l’incertezza».