Il sistema che permette la raccolta di dati di tutta la filiera, dalla stalla al magazzino, è la nuova frontiera del Grana Padano DOP e arriva dal caseificio di Torre Pallavicina, che il 18 giugno ha ufficializzato la sua prima forma certificata: si tratta della forma zero, la prima di grana interamente tracciata in blockchain.
Ad accompagnare la pappa al pomodoro sulle tavole di tutto il mondo c’è un Grana Padano DOP interamente tracciato in blockchain dal sapore bergamasco. Il sistema che permette la raccolta di dati di tutta la filiera, dalla stalla al magazzino, è la nuova frontiera del Grana Padano DOP e arriva dal caseificio di Torre Pallavicina (associa una ventina di aziende bresciane e bergamasche produttrici di latte), che il 18 giugno ha ufficializzato la sua prima forma certificata: si tratta della forma zero, la prima di grana interamente tracciata in blockchain.
“Il progetto industriale annunciato due anni fa con l’obiettivo della massima trasparenza è concreto, abbiamo raccolto lungo la filiera tutti i dati sensibili”, dichiara con orgoglio Gianmaria Bettoni, presidente del caseificio Torre Pallavicina, nell’ambito del B2Cheese alla Fiera di Bergamo.
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Un grande punto di arrivo che è già punto di partenza per altri progetti, come l’incontro con l’intelligenza artificiale. “Abbiamo reso semplice una cosa complessa senza pesare sugli allevatori”, ribadisce Michele Zema, responsabile commerciale di CSQA, l’ente certificatore del Grana Padano che ha validato il modello di Torre Pallavicina riconoscendolo come pienamente conforme ai requisiti disciplinari.
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Fonte: Corriere della Sera – Ed. Bergamo