Tra le attività che l’Unione Europea svolge a favore dell’agricoltura rientra, in primo luogo, il sostegno economico attuato tramite la politica agricola comune (Pac). Per il settennato 2014- 2020, in particolare, sono stati stanziati 408,31 miliardi, il 38% del bilancio Ue. Gli obiettivi che si intende realizzare sono numerosi: aiutare gli agricoltori a produrre quantità di cibo sufficienti; garantire la sicurezza e la qualità degli alimenti e al contempo mantenere i prezzi accessibili; assicurare un giusto tenore di vita agli agricoltori, proteggendoli dalla volatilità dei prezzi, dalle crisi di mercato e dagli squilibri all’interno della filiera alimentare; favorire l’ammodernamento delle fattorie; contribuire allo sviluppo delle comunità rurali; creare e conservare posti di lavoro; proteggere l’ambiente, il benessere degli animali e la biodiversità; mitigare i cambiamenti climatici attraverso uno sfruttamento sostenibile delle risorse ambientali.
Con la Pac, l’Unione europea non si limita a dare un sostegno economico ai produttori agricoli, ma contribuisce altresì a modernizzazione le aziende del settore. Incentiva le pratiche migliori. Sviluppa le zone e le comunità rurali tramite aiuti all’inserimento di nuove attività agricole. Aumenta la competitività del comparto, con attenzione alla tutela dell’ambiente e al rispetto dei cambiamenti climatici. Inoltre, molte misure di sostegno sono dedicate ai giovani agricoltori, agli operatori all’interno di mercati a basso reddito e a quelli che vivono in zone soggette a vincoli naturali. In secondo luogo, tramite la regolazione del settore alimentare, l’Unione si prende cura di due interessi collegati al settore agricolo e particolarmente delicati, oltreché sottorappresentati nei processi decisionali pubblici: quelli relativi alla tutela dell’ambiente e dei consumatori. La regolazione europea utilizza incentivi e sostiene la diffusione di buone pratiche, ma si basa anche su divieti e regole rigorose. Rispetto alla tutela ambientale, promuove la biodiversità, disciplina nel dettaglio le produzioni biologiche, dispone regole avanzate a tutela dei cibi di qualità, come le denominazioni di origine protetta, è attenta alla qualità e alla sicurezza degli organismi geneticamente modificati e delle nuove biotecnologie. Quanto ai consumatori, le politiche agricole dell’Unione sono dirette a mantenere bassi i prezzi dei cibi e a garantire trasparenza e chiarezza nelle informazioni “dal campo alla tavola”: ad esempio, le etichette sono più leggibili e più dettagliate, i controlli seguono tutta la filiera, i prodotti sono più affidabili. In terzo luogo, per far sì che l’attività di regolazione del settore sia efficace, l’Unione si dota di strutture comuni e di un sistema di controlli armonizzato con approcci uguali su tutto il territorio. Un esempio di struttura comune è offerto dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha sede a Parma ed è composta da esperti incaricati di analizzare, valutare e comunicare i rischi dei prodotti agro-alimentari.
Fonte: Il Foglio