L’Italia porta a casa il sì alle etichette sull’origine delle materie prime agricole, ma incassa una battuta d’arresto nella battaglia contro il Nutriscore e lamenta ancora una volta l’assenza di uno studio della Commissione sull’impatto economico che avranno le misure per la sostenbilità ambientale dell’agricoltura.
Con 452 voti a favore, 17o contrari e 76 astenuti, il Parlamento europeo ha approvato le raccomandazioni per la nuova strategia Farm to Fork, che da qui al 2030 chiederà ai membri della Ue di raggiungere importanti traguardi in materia di riduzione dei pesticidi, dei fertilizzanti e degli antibiotici animali. Ma deì 48 emendamenti di compromesso presentati, alcuni non sono passati. Per esempio, non è passata la richiesta che l’etichetta nutrizionale sui prodotti alimentari fosse facoltativa e legata al concetto di porzione. «Sul fronte dell’etichettatura nutrizionale non siamo soddisfatti», ha detto l’europarlamentare Paolo De Castro, coordinatore S&D della commissione Agricoltura.
Contro l’etichetta a semaforo ieri si è espresso per la prima volta anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi: «Il governo è totalmente consapevole della gravità che l’introduzione del Nutriscore può costituire per la nostra filiera produttiva agroalimentare ed è pienamente impegnato nella sua tutela». L’Europarlamento ha promesso più attenzione per le tecniche innovative, comprese quelle genetiche non Ogm, come alternativa green alla riduzione della chimica nei campi, ha ricordato De Castro, e «ha chiesto che vengano rafforzati i fondi per la promozione dei prodotti a Indicazione geografica e del vino». A partire dalla prossima primavera, la Commissione dovrà tramutare in regolamenti e direttive quanto raccomandato da Strasburgo. Di questo voto europeo, le associazioni agricole italiane si dicono soddisfatte solo in parte. «Resta la mancanza di uno studio della Commissione sull’impatto che avrebbero le misure contenute nella comunicazione in esame», ha ricordato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. Anche il presidente di Alleanza Cooperative, Giorgio Mercuri, ricorda l’importanza dello studio del Joint research centre, «secondo ìl quale gli obiettivi della strategia Farm to Fork avrebbero un impatto significativo sulla riduzione della produzione agricola della Ue».
Per la Cia-Agricoltori italiani «le proposte approvate inseriscono ulteriori elementi di preoccupazione, in particolare sugli obiettivi vincolanti a discapito del settore zootecnico e sull’ipotesi di sistemi di etichettatura poco trasparenti». Infine, per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, «è importante il riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea) così come l’aver ribadito la necessità di garantire che le importazioni di prodotti dapaesiterzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee».
Fonte: Il Sole 24 Ore